Planck ERCSC - Early Release Compact Source Catalogue

Press kit abbinato alla press release INAF/ASI dell'11 gennaio 2011

by URPS INAF - Ufficio per le relazioni con il pubblico e la stampa (è possibile cliccare sulle immagini per ingrandirle e scaricarle)
ERCSC - IL PRIMO PRODOTTO SCIENTIFICO DI PLANCK RESO PUBBLICO

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Il cielo visto da Planck - Animazione

In questa animazione, la posizione in cielo di tutte le sorgenti compatte (oltre 15mila), sia galattiche (in azzurro) che extragalattiche (in giallo), rilevate da Planck nel corso della sua prima osservazione dell'intero cielo e raccolte nell'ERCSC, l'Early Release Compact Source Catalogue. (continua...)

Per i giornalisti: l'animazione � disponibile in due formati:

Crediti: ESA/Planck Collaboration

Per scaricarle, cliccare con il tasto destro del mouse sui link arancioni e scegliere "Salva oggetto con nome..."

ERCSC - Sorgenti galattiche ERCSC - Sorgenti extragalattiche
ERCSC - Tutte le sorgenti compatte La prima survey a tutto cielo (mappa del luglio 2010)

La distribuzione delle sorgenti compatte nell'ERCSC

  • In alto a sinistra: la posizione nel cielo di tutte le sorgenti galattiche dell'ERCSC. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF.
  • In alto a destra: la posizione nel cielo di tutte le sorgenti extragalattiche dell'ERCSC. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF.
  • In basso a sinistra: La posizione nel cielo di tutte le sorgenti compatte, sia galattiche che extragalattiche, dell'ERCSC. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF.
  • In basso a destra: La mappa multi-frequenza dell'intero cielo a microonde presentata il 5 luglio 2010.

Crediti: ESA/Planck Collaboration

Le mappe del catalogo ERCSC divise per frequenze

Nelle nove immagini qui a fianco, le mappe in temperatura dell'intero cielo, con la radiazione di fondo cosmico a microonde rimossa, cos� come le hanno misurate i nove canali a diverse frequenze di Planck.

La caratteristica dominante � l'emissione diffusa dalla Via Lattea, dovuta perlopi� alla radiazione termica della polvere interstellare, alla radiazione di sincrotrone e alla radiazione free-free. Poich� questi tre processi d'emissione si comportano in modo differente alle diverse frequenze, grazie all'ampiezza della sua banda spettrale Planck � in grado di separarne le componenti.

Nella riga pi� in alto, le tre frequenze (30, 44 e 70 GHz) alle quali � sensibile lo strumento "italiano" di Planck, LFI, il Low Frequency Instrument. Nella seconda e nella terza riga, invece, le sei frequenze (100, 143, 217, 353, 545 e 857 GHz) alle quali � sensibile HFI, lo High Frequency Instrument.

Crediti: ESA/Planck Collaboration

TRE RISULTATI SCIENTIFICI IN EVIDENZA

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Superammassi di galassie scoperti da Planck grazie all'effetto Sunyaev-Zel'dovich

In questa animazione, la variazione su diverse frequenze del segnale proveniente da un ammasso di galassie, cos� come lo ha osservato Planck attraverso l'effetto Sunyaev-Zel'dovich, e PLCK G214.6+37.0, uno dei superammassi di galassie appena scoperti, rilevato da Planck attraverso l'effetto Sunyaev-Zel'dovich e da XMM-Newton in banda X. � il primo superammasso che sia mai stato individuato grazie all'effetto Sunyaev-Zel'dovich.

Per i giornalisti: animazione e immagine disponibili in vari formati:

Crediti per l'animazione e per l'immagine di Planck: ESA/Planck Collaboration

Crediti per l'immagine di XMM-Newton: ESA

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Componenti anomale Emissione in eccesso
La nube molecolare di Rho Ophiuchus La nube molecolare di Perseo

Nelle due immagini in basso, relative alle nubi molecolari di Rho Ophiuchus (sx) e Perseo (dx), l'emissione anomala, dovuta a microscopici grani di polvere in rapidissima rotazione su se stessi (decine di miliardi di volte al secondo), � evidenziata in rosso. La dimensione dei riquadri � di circa 5 gradi per lato.

Componenti nuove e misteriose osservate da Planck nella Via Lattea e nelle Nubi di Magellano

  • In alto a sinistra: Mappa sintetica delle componenti anomale rilevate da Planck: sullo sfondo, la distribuzione galattica dell'emissione in eccesso; nei due riquadri, l'emissione anomala della polvere proveniente dalle nubi molecolari di Perseo e di Rho Ophiuchus. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG.
  • In alto a destra: Mappa della distribuzione galattica dell'emissione in eccesso, sovraimpressa sulla mappa dell'intero cielo a microonde ottenuta da Planck al termine del primo anno di osservazione. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF.
  • In basso a sinistra: Immagini separate e mappa composita a tre colori della nube molecolare di Rho Ophiuchus, ottenuta combinando osservazioni a 0.4 GHz, 30 GHz e 857 GHz. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF.
  • In basso a destra: Immagini separate e mappa composita a tre colori della nube molecolare di Perseo, ottenuta combinando osservazioni a 0.4 GHz, 30 GHz e 857 GHz. Immagine disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF

Crediti: ESA/Planck Collaboration

Cosmic infrared background anisotropies
Cosmic infrared background fields

Planck vede le tracce della formazione di strutture primordiali nel fondo cosmico infrarosso

  • In alto: un'animazione che mostra le anisotropie osservate da Planck, a diverse frequenze, nel fondo cosmico infrarosso. A fianco di ogni mappa in frequenza, lo spettro tipico di una galassia al redshift per il quale il canale corrispondente � pi� sensibile.

    Le osservazioni fatte dai canali a frequenze pi� alte, quelli a 857 GHz, forniscono la maggior parte delle informazioni su galassie fino a z~1. I canali a frequenze inferiori offrono invece la possibilit� di spingersi fino a z~1-4, permettendo cos� a Planck di risalire alle prime fasi della formazione delle galassie.

    L'immagine animata � disponibile ad alta risoluzione in formato GIF.

  • In basso: immagine della prima survey a tutto cielo di Planck con evidenziate, nei sei riquadri, le posizioni dei primi campi utilizzati per rilevare e studiare le anisotropie del fondo cosmico infrarosso.

    I sei campi - chiamati N1, AG, SP, LH2, Bootes 1 e Bootes 2 -sono tutti situati a latitudini galattiche relativamente alte, dove la contaminazione dei foreground dovuta all'emissione diffusa della Via Lattea � meno intensa.

    La dimensione angolare dei sei campi � di 308 arcominuti per lato nel caso di N1, AG e SP; 241.5 arcominuti per lato nel cao di LH2; 283.5 arcominuti per lato nel caso di Bootes 1 e Bootes 2.

    L'immagine � disponibile ad alta risoluzione in formato JPEG e TIFF.

Crediti: ESA/Planck Collaboration

IL SATELLITE PLANCK E LA PARTECIPAZIONE ITALIANA

Ricercatori italiani durante la realizzazione dello strumento LFI di Planck - Slideshow

LFI (Low Frequency Instrument) � uno dei due strumenti a bordo del satellite Planck. LFI osserva le anisotropie del fondo cosmico a frequenze comprese tra 30 e 70 GHz e con una sensibilit� tale da distinguere differenze di temperatura di qualche milionesimo di grado Kelvin. La strumentazione, che opera ad una temperatura di circa -250 gradi, permette di costruire mappe dettagliate del cielo e di fornire cos� informazioni sull'origine dell'Universo.

LFI, proposto dall'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica di Bologna dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), finanziato dall'ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e selezionato dall'ESA (Agenzia Spaziale Europea), � posto nel piano focale del telescopio del satellite Planck. Nella galleria d'immagini qui a fianco, scattate a Milano nel 2006, alcune fasi della sua realizzazione, con i ricercatori italiani intenti alla messa a punto dello strumento.

Le singole immagini sono disponibili nella galleria di foto satellite Planck. Per incorporare l'intero slideshow, invece, il codice da copiare � in questa finestra.

Crediti: INAF/Renato Cerisola

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Animazione che mostra il modo in cui Planck ha osservato il cielo per arrivare alla sua prima mappa

Per i giornalisti: l'animazione � disponibile a varie risoluzioni:

Crediti: ESA, C. Carreau

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Planck in breve e risorse in rete

Il satellite Planck, lanciato nello spazio il 14.05.2009 in combinazione con Herschel, � la missione ESA di terza generazione completamente dedicata allo studio del fondo cosmico di microonde, segnale originato circa 13 miliardi di anni fa. Planck ha l�obiettivo di determinarne la geometria, il contenuto, l�evoluzione e di studiare la fase di espansione parossistica dell�universo, detta �inflazione�, che lo ha portato a dilatarsi in una frazione di secondo a dimensioni paragonabili a quelle attuali e di gettare luce sulla misteriosa materia oscura e energia oscura di cui in gran parte � formato. Il contributo INAF italiano � costituito da uno dei due strumenti, denominato LFI (Low Frequency Instrument), dal Data Processing Center (DPC), finanziato da ASI, e dalle attivit� teoriche necessarie per l�analisi e l�interpretazione dei dati.

Principali risorse su rete per PLANCK: