Ha avuto avvio alle ore 10.12 del 19 Dicembre alle 10:12 la missione GAIA dell’Agenzia Spaziale Europea. Il lancio del satellite è avvenuto dalla base europea di Kourou (Guiana Francese) con il vettore Soyuz-Fregat.
Lo scopo della missione è molto ambizioso: produrre una mappa tridimensionale della nostra Galassia, rivoluzionando con dati senza precedenti il mosaico di informazioni sui processi che ne hanno caratterizzato la formazione e l’evoluzione. Nei 5 anni di missione previsti, Gaia studierà oltre un miliardo di oggetti presenti nella Via Lattea, fornendo misure di posizioni, distanze e movimenti (astrometria), intensità della radiazione emessa (fotometria) e infine le caratteristiche della radiazione emessa alle varie lunghezze d’onda (spettroscopia).
Ma Gaia si spingerà anche oltre, approfondendo la conoscenza della popolazione di asteroidi e, quindi, le origini del nostro Sistema Solare, ricercando la presenza di pianeti in orbita intorno ad altre stelle e studiando le nane brune e altri fenomeni astrofisici quali supernovae e quasar.
“Il lancio di GAIA è un nuovo grande successo per la scienza dell’ESA. L’obiettivo è – sottolinea il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – quello di fare precise e dettagliate osservazioni stereoscopiche di oltre un miliardo di oggetti che fanno parte della nostra Galassia. Dai dati provenienti dai telescopi di Gaia ci aspettiamo, quindi, risultati di particolare rilievo nel campo dell’astrometria, notevolmente migliori rispetto ai risultati ottenuti dal satellite Hipparcos. Questa missione, come quelle passate, presenti e future, vede molta Italia impegnata in prima persona, grazie al contributo dell’ industria e della ricerca che si svolge nel nostro Paese”.
“La missione GAIA – dice Giovanni Bignami Presidente dell’INAF – testimonia l’eccellenza nell’astrofisica del nostro paese. Sono ben 8 gli istituti e gli osservatori dell’INAF che contribuiranno al successo della missione a cui si aggiunge l’ASI Data Center (ASDC) dove operano ricercatori INAF e ASI. Un’eccellenza che ci viene riconosciuta nei consessi internazionali grazie anche al contributo di tanti giovani ricercatori che meritano di poter svolgere il loro lavoro senza dover abbandonare il proprio paese”.
“Per la prima volta potremo misurare direzioni e distanze su scala galattica, dice Mario Lattanzi dell’INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino e responsabile del gruppo di coordinamento italiano. È come quando i cartografi hanno disegnato le prime mappe per guidare i capitani delle navi. Gaia misurerà 2 miliardi di stelle e tutti gli oggetti cosmici che riuscirà a raggiungere con telescopi e sensori. In cinque anni avremo la più grande mappa celeste mai realizzata”.
Si può dire, e con ragione, che l’Italia sia la capofila di questa missione, che come ha sottolineato il direttore dell’INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino, Alessandro Capetti, ci riserverà scoperte inaspettate.