PIÙ MITE DELL’ISLANDA LA TERRA DEGLI ALBORI

L’Adeano? Non era poi così infernale

Un’analisi comparata fra i cristalli di zirconio primordiali con quelli più recenti suggerisce che le condizioni geologiche del nostro pianeta, oltre quattro miliardi di anni fa, fossero meno avverse di quanto immaginiamo. Lo studio su Earth and Planetary Science Letters

     16/09/2014
Uno degli autori dello studio, Calvin Miller, nei pressi del vulcano Kerlingarfjoll, nel cuore dell'Islanda. Crediti: Tamara Carley

Uno degli autori dello studio, Calvin Miller, nei pressi del vulcano Kerlingarfjoll, nel cuore dell’Islanda. Crediti: Tamara Carley

Già il nome è tutto un programma: Adeano, da Ade, il dio degli inferi. Ed è proprio all’inferno dantesco che corre la nostra immaginazione quando cerchiamo di raffigurarci l’ambiente terrestre delle origini, oltre 4 miliardi di anni fa. In quell’eone primordiale che i geologi chiamano, appunto, Adeano, sul nostro pianeta la vita ancora non c’era. E le condizioni per ospitarla nemmeno. O almeno così ritenevano gli scienziati fino a una trentina d’anni fa. Non avendo rinvenuto rocce risalenti ai primi 500 milioni di anni dalla formazione della Terra, i geologi erano più o meno tutti concordi nel ritenere che per lungo tempo la superficie del nostro pianeta fosse costituita da una sorta di oceano di magma.

Poi però alcuni testimoni di quella prima epoca sono affiorati. Si tratta dei cristalli di zircone rinvenuti a Jack Hills, una catena collinare dell’Australia Occidentale, nel corso degli ultimi trent’anni. Uno di essi risalirebbe addirittura a 4.4 miliardi di anni fa, età stabilita grazie alla datazione radiometrica. L’analisi di questi campioni ha permesso così ai geologi di intraprendere, per la prima volta, il tentativo di ricostruire l’ambiente nel quale questi cristalli si formarono. Ambiente che fino a oggi sembrava mostrare numerose analogie, da un punto di vista geologico, con quello che caratterizza l’odierna Islanda: relativamente ricca di rocce di silice e con una crosta basaltica spessa e di recente formazione, l’Islanda è infatti considerata una sorta di Adeano in versione moderna.

Da oggi, però, questa somiglianza comincia a scricchiolare. Una squadra di geologi della Vanderbilt University, confrontando gli antichi zirconi di Jack Hills con quelli – risalenti ad appena 18 milioni di anni fa – recuperati ora in Islanda, ha trovato significative differenze. In particolare, sottoponendo i due campioni ad analisi chimiche e isotopiche, i ricercatori hanno notato che le rocce islandesi hanno una più alta concentrazione di titanio e di itterbio, nonché un’abbondanza isotopica di ossigeno-18 incompatibile con quella dei detriti di Jack Hills.

I risultati, pubblicati su Earth and Planetary Science Letters, indicano che gli zirconi islandesi si sono formati da un magma molto più caldo rispetto a quello dal quale sono emersi gli zirconi risalenti a 4 miliardi di anni fa. E se per la formazione di entrambi i cristalli un ruolo fondamentale è giocato dall’acqua presente in superficie, nel caso degli zirconi islandesi si sarebbe trattato di acqua ad alta temperatura, mentre quelli dell’Adeano sarebbero frutto dell’interazione delle rocce con distese di acqua assai più tiepide. Suggerendo dunque che la Terra, nel corso del suo primo mezzo miliardo di anni, potesse essere stata sorprendentemente simile a com’è ora, con tanto di oceani, continenti e placche tettoniche. «Sono conclusioni controintuitive, quelle alle quali siamo giunti. Gli zirconi risalenti all’Adeano si sono formati da magma analogo a quello che troviamo nelle moderne zone di subduzione», dice uno degli autori dello studio, il geologo Calvin Miller, «ma a quanto pare, rispetto a quelle odierne, perfino più fredde e più umide».

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