«Penso che una di quelle stelline lassù sia la mia stella», sussurra Charlie Brown alla caustica Lucy in una delle meravigliose strisce che Charles Schulz ha disegnato per noi, in forma di noccioline da sgranocchiare – Peanuts, per l’appunto. Ma due gigantesche noccioline lassù nel cielo ci sono davvero, e le hanno scoperte i ricercatori della Swinburne University of Technology di Melbourne: noccioline galattiche, fotografate da Hubble Space Telescope e ricostruite al computer grazie a un nuovo software capace di lavorare in modo nuovo e sorprendente i dati della Sloan Digital Sky Survey.
Le galassie a nocciolina sono NGC 128 e NGC 2549, rispettivamente a 200 e 60 milioni di anni luce da qui. Due galassie a disco dalla forma panciuta per via della peculiare distribuzione di stelle al centro delle loro strutture. Lo studio, appena pubblicato fra le Monthly Notices della Royal Astronomical Society, è accompagnato dalle affascinanti immagini della galassia NGC 128, ottenute grazie a un nuovo programma di imaging sviluppato dai ricercatori della Swinburne che, rielaborando i dati raccolti da Hubble e Sloan Digital Sky Survey, è in grado di ricostruire l’anatomia di questi oggetti straordinari.
«Ironia della sorte, queste galassie delle noccioline hanno solo la forma. Le dimensioni sono impressionanti», osserva Alister Graham, docente della Swinburne e fra gli autori dello studio. «L’immagine ottenuta in questo caso, inoltre, è tanto più importante perché evidenzia una doppia struttura a guscio interna alla galassia: somigliano a due noccioline, una perfettamente incastrata dentro l’altra. Studiarle da vicino potrebbe spalancare una finestra sul passato di questi oggetti e aiutarci a comprendere meglio come sia evoluta la nostra stessa Galassia, la Via Lattea».
Gli astronomi ritengono che l’affascinante forma a nocciolina di queste galassie sia da imputarsi, come accennavamo in apertura, alla distribuzione delle stelle al centro della struttura a disco che le caratterizza. «Per fortuna siamo abbastanza lontani dall’analogo rigonfiamento al centro della nostra Galassia, che costringe a orbite vertiginose i sistemi stellari che costituiscono la nocciolina che vediamo in NGC 128 e NGC 2549», sottolinea Graham. «Una distanza ideale per studiarne a fondo le caratteristiche».
Ha un senso tutto questo? Significa qualcosa? «Certo!», taglia corto Lucy. «Significa che stai crollando, Charlie Brown!».