«Erano le 23:09 ora locale di martedì 30 maggio», dice, ancora emozionato, Daniele Gardiol dell’Inaf di Torino commentando le immagini riprese da una camera a tutto cielo (all-sky) della rete Prisma installata sul tetto del Liceo scientifico statale “P. Paleocapa” di Rovigo. «Avevamo due camere operative nella zona, a Rovigo e a Piacenza, ed entrambe hanno rivelato il bolide. Un bolide eccezionale per l’intensità dell’evento».
Prisma, acronimo di “Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera”, è una rete italiana di camere all-sky per l’osservazione di meteore brillanti (fireball e bolidi). Al momento le camere operative sono cinque, ma altre venti sono in fase di acquisizione, per coprire tutto il territorio. Lo scopo? Determinare le orbite degli oggetti che provocano il fenomeno e delimitare, con un buon grado di approssimazione, le aree dell’eventuale caduta di frammenti per poter recuperare le meteoriti. Al progetto partecipano ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica e delle università, gruppi astrofili e osservatorî astronomici e meteorologici regionali e locali.
Anche le scuole sono coinvolte, con un programma didattico e con laboratori di astronomia che intendono far partecipare gli studenti e i singoli cittadini alle attività di ricerca del progetto, fianco a fianco con i ricercatori. E il caso vuole che ieri, martedì 30 maggio, poche ore prima del passaggio del bolide, Gardiol si trovasse proprio al Liceo Paleocapa di Rovigo – quello la cui camera all-sky ha catturato le straordinarie immagini del video qui sotto – per l’attività di alternanza scuola-lavoro, legata al progetto Prisma, con una classe del quarto anno, insieme al professor Giampaolo Valente. «Devo aver portato fortuna», scherza Gardiol, «sto già pensando di visitare al più presto le altre scuole che partecipano al progetto…».
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