E’ stata recentemente pubblicata sul Sito web dell’Agenzia Spaziale Europea ESA la centesima “immagine del mese” di INTEGRAL, il satellite per Astronomia X e Gamma che, in oltre 6 anni di osservazioni, ha raccolto dati su ben 1000 sorgenti cosmiche di alta energia, molte di natura ancora ignota e la metà delle quali rivelate per la prima volta.
Dal giugno 2008 INTEGRAL è stato raggiunto in orbita dal satellite per raggi gamma della NASA intitolato a Enrico Fermi. I due osservatori lavorando insieme riescono a registrare la radiazione di alta energia emessa da oggetti celesti con una copertura mai ottenuta prima: oltre 10 ordini di grandezza, da qualche migliaia a molti miliardi di elettronvolt.
Questa formidabile coppia di strumenti per l’astronomia dell’estremo ha permesso ad un gruppo di ricercatori italiani e dell’INAF, che insieme a colleghi inglesi lavorano da anni sul cielo scoperto da INTEGRAL, di notare una anomalia tra i due ‘cieli’ visti da FERMI ed INTEGRAL: delle 1000 e più sorgenti rivelate soltanto una parte minima era visibile da entrambi i satelliti. Infatti soltanto 15 di esse sono in grado di produrre raggi gamma osservati alle diverse energie a cui sono sensibili i due osservatori spaziali.
Cinque di esse appartengono alla nostra Galassia: sono le Pulsar isolate denominate Crab e Vela, note da tempo emettere su gran parte della banda elettromagnetica, le due MicroQuasar Galattiche (identificate dalle sigle LSI+61303 e LS 5039) e una gigantesca stella ‘giovane’, nota agli astronomi col nome di Eta Carinae. La sorpresa giunge delle altre 10 sorgenti: dopo una attenta ricerca sono risultate tutte molto distanti da noi, alcune ai limiti dell’Universo conosciuto, ed identificate otticamente come Blazars. Queste galassie attive primordiali sono tra gli oggetti più luminosi dell’Universo, forti sorgenti di di onde radio. I getti di materia emessa dal loro nucleo e in movimento a velocità prossime a quelle della luce sono così potenti da generare raggi gamma di alta energia facilmente rivelati sia da INTEGRAL che da FERMI.
I ricercatori hanno cercato di capire quale fosse l’origine di tanta potenza e la risposta è strabiliante: tutte le sorgenti in comune osservate dai due osservatori spaziali hanno al centro i più grandi e massicci buchi neri mai osservati: hanno tutti una massa equivalente tra 1 e 10 miliardi quella del nostro Sole.
Questi importanti risultati, pubblicati recentemente in un articolo della rivista The Astrophysical Journal Letters, sono stati ottenuti grazie alla grande sensibilità e alla strategia di puntamento del telescopio IBIS a bordo di INTEGRAL. IBIS è stato realizzato da un consorzio di 9 Istituti internazionali, sotto la guida di un PI italiano, Pietro Ubertini, attuale direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Roma dell’INAF. Sia INTEGRAL che FERMI sono stati realizzati con un importante e decisivo contributo italiano dell’INAF e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) col supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.