Scampato pericolo per i numerosi astronomi e ricercatori INAF che operano in Cile sia presso le strutture dello European Southern Observatory (ESO) sia presso università cilene a Conception e Santiago. Fortunatamente il violentissimo sisma di magnitudo 8.8 che ha colpito il Cile la notte del 27 febbraio, causando almeno 700 morti, migliaia di feriti e distruggendo un milione e mezzo di edifici, non ha causato vittime nella comunità scientifica italiana che lavora all’estero. Le scosse hanno risparmiato anche gli osservatori astronomici, i telescopi e le strumentazioni dell’ESO. ESO e INAF esprimono le più profonde condoglianze alle famiglie delle vittime del popolo cileno colpito da questa calamità.
La testimonianza di Yazan al Momany, ricercatore INAF in Cile
[audio:https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2010/03/momani-santiago.mp3|titles=La testimonianza del terremoto in Cile di Yazan al Momany, ricercatore INAF]Nonostante si sia trattato del settimo terremoto più forte della storia, gli osservatori astronomici hanno retto l’urto, in parte perché realizzati secondo i criteri antisismici e in parte per la loro distanza dall’epicentro, localizzato a 115 chilometri a nord-est della città di Concepcion e a 325 chilometri a sud-ovest della capitale Santiago. L’unico effetto del sisma è stato l’interruzione delle osservazioni del telescopio di La Silla a causa di un black-out. Gli altri tre centri, l’Osservatorio Paranal, che comprende il Very Large Telescope e VISTA, il telescopio APEX nel deserto di Atacama e il sito ALMA Operations Support Facility and Array Operations sono rimasti indenni.