Continua il nostro viaggio in compagnia degli astrofisici italiani della sonda Mars Express, protagonisti in questi giorni di un’impresa insolita: i loro strumenti, nati per studiare Marte, sono temporaneamente impegnati in una campagna d’osservazione della sua enigmatica luna, Phobos. L’opportunità è offerta da una sequenza di 12 flyby che stanno portando Mars Express più vicina a Phobos che mai: secondo la tabella di marcia, ad appena 50 km dalla superficie del misterioso corpo celeste.
A dire il vero, gli ultimissimi bollettini dell’Agenzia spaziale europea ridimensionano lievemente le attese: la distanza minima che si riuscirà a raggiungere, mercoledì 3 marzo, sarà di 67 km. Un risultato comunque eccezionale, visto che parliamo di manovre orbitali che avvengono attorno a Marte, dunque a decine di milioni di chilometri dalla Terra.
Su sette in totale, quattro sono gli strumenti che vedono il coinvolgimento diretto di astrofisici dell’INAF, e in particolare dell’IFSI di Roma: MARSIS (del quale abbiamo parlato nei giorni scorsi), ASPERA, OMEGA e PFS, il Planetary Fourier Spectrometer, il cui responsabile è Vittorio Formisano.
Progettato e realizzato interamente presso i laboratori dell’INAF-IFSI di Roma sotto la guida dello stesso Formisano, PFS è ideato per studiare la composizione dell’atmosfera di Marte (sua la scoperta del metano sul pianeta rosso). Ma può raccontarci molto anche di Phobos. Lo ha già scandagliato in passato, raccogliendo dati fondamentali, in grado per esempio di mettere in dubbio che si tratti d’un asteroide. In questa campagna di flyby, PFS è stato attivato quattro volte nella seconda metà di febbraio (il 16, il 22, il 25 e il 28), e sarà riacceso altrettante volte da qui al termine delle osservazioni, previsto per il 26 marzo.
Sentiamo dunque dalla voce di Vittorio Formisano che cos’è il “suo” strumento, cosa è stato e cosa sarà in grado di dirci su Marte, e cosa potrebbe rivelarci di Phobos:
La cronaca del flyby proseguirà, nei prossimi giorni, con gli strumenti ASPERA e OMEGA.