Non è un astronomo, non è un astrofilo, non è uno scienziato. Ha 34 anni, ed è laureato in Scienze politiche a Bologna. Eppure nel gennaio scorso, quando il futuro di SRT pareva più in bilico che mai, Max Cordeddu, alias «Signorino Buonasera» (www.signorinobuonasera.it), ha sentito che il destino del radiotelescopio sardo riguardava anche lui. E ha deciso che bisognava far qualcosa.
Che cosa? Insieme a Margherita Hack, ha lanciato un appello su Facebook. Fondando un comitato virtuale, il Pro Sardinia Radio Telescope. Detto fatto: tempo due giorni, il numero degli iscritti era già lievitato a mille persone (ora sono circa 3mila). Segno che il grande orecchio elettronico, ancor prima d’entrare in funzione, già raccoglie attese ed entusiasmi ben al di là della ristretta cerchia di addetti ai lavori e appassionati.
Ma chi è, Max Cordeddu? Cosa c’entra, con la radioastronomia? E perché quell’appellativo curioso, «Signorino Buonasera», con il quale poco più d’un anno fa era già riuscito a vincere (almeno in parte) un’altra notevole battaglia, in quel caso nei confronti della tv pubblica? Per capirne di più, lo abbiamo raggiunto all’Università di Manchester, dove sta conducendo una ricerca sui mezzi di comunicazione italiani e inglesi a confronto. E abbiamo scoperto che almeno un profondo legame, fra Max e Srt, esiste: sono concittadini, nati entrambi a San Basilio, in provincia di Cagliari. Ma non è tutto. Sentiamo.