Grazie alle tecnologie di avanguardia del Very Large Telescope dell’ESO e altri potenti telescopi terrestri, nuove immagini termiche evidenziano all’interno della Grande Macchia Rossa di Giove turbini di aria calda e regioni più fredde mai visti prima d’ora permettendo agli scienziati di preparare la prima mappa meteorologica dettagliata della tempesta gigante, collegando la temperatura, i venti, la pressione e la composizione chimica e i suoi colori.
E’ la prima osservazione all’interno della più grande tempesta meteorologica del Sistema Solare. Le osservazioni rivelano che il colore rosso più intenso della Grande Macchia Rossa corrisponde ad un nucleo caldo all’interno di un diverso sistema temporalesco freddo e le immagini mostrano delle linee scure ai bordi della tempesta dove i gas scendono verso le regioni più profonde del pianeta. Queste osservazioni forniscono agli scienziati un possibile modello delle strutture di circolazione atmosferica all’interno della tempesta più conosciuta del sistema solare.
Le immagini termiche sono state ottenute per la maggior parte con lo strumento VISIR installato al Very Large Telescope dell’ESO in Cile, e con dati addizionali provenienti dal telescopio Gemini Sud in Cile e da Subaru, il telescopio astronomico nazionale del Giappone, situato alle Hawaii. Le immagini hanno fornito una risoluzione senza precedenti e hanno esteso la copertura fornita dalla sonda Galileo della NASA alla fine degli anni 90.
VISIR permette agli astronomi di mappare la temperatura, gli aerosol e l’ammoniaca sia all’interno che ai bordi della tempesta. Ciascuno di questi parametri ci dice come le condizioni meteorologiche e la circolazione atmosferica cambino all’interno della tempesta, sia nelle sue dimensioni spaziali (in 3D) che nel tempo. Gli anni delle osservazioni di VISIR, unite a quelle ottenute con altri osservatori, rivelano come la tempesta sia incredibilmente stabile nonostante la turbolenza, i cataclismi e gli “scontri” con altri anticicloni che interessano i bordi della tempesta.
Una delle scoperte più affascinanti mostra come la zona rosso-arancione più intensa, nella parte centrale della macchia, sia di circa 3-4 gradi più calda che l’ambiente circostante. Questa differenza di temperatura può sembrare poca cosa, ma è sufficiente per permettere alla circolazione atmosferica della tempesta, di solito in senso antiorario, di cambiare in una debole circolazione in senso orario nel centro dell’uragano.
Questa è la prima volta che si dimostra l’intimo legame fra le condizioni ambientali – temperatura, venti, pressione e composizione chimica – con il colore reale della Grande Macchia Rossa, ma ancora non è dato sapere con sicurezza quali composti o processi chimici producano quel colore rosso intenso, anche se ora si è certi che questo è in relazione a cambiamenti delle condizioni ambientali proprio nel cuore della tempesta.