Quando l’eccellenza scientifica chiama, i cervelli rispondono. Succede, una volta tanto, in Italia, e precisamente all’Istituto nazionale di astrofisica (INAF). Meta ambita dai ricercatori stranieri, capace di richiamare i talenti italiani emigrati all’estero e di favorire la mobilità dei giovani tra le strutture nazionali. A dimostrare la competitività internazionale della ricerca astronomica italiana sono le numerose richieste di partecipazione pervenute all’ente per il bando di 8 borse di studio post-dottorato nel campo dell’astrofisica generale. Le borse, dell’importo di 35.000 euro l’anno per due anni (con la possibilità di un terzo), sono destinate a giovani che abbiano da poco conseguito il dottorato e intendano svolgere un progetto di ricerca in una struttura a scelta tra i venti centri di ricerca dell’INAF, purché diverso da quello dove si sono formati o stanno lavorando.
Sono giunte all’ente ben 71 domande, tante per un concorso dai criteri stringenti. Oltre un terzo delle domande (il 38%) porta la firma di candidati stranieri e un altro 28% arriva da studiosi italiani in forze all’estero. Complessivamente, quindi, i due terzi delle domande sono giunte da altri paesi, mentre un terzo dall’Italia.
Circa la metà dei candidati stranieri (12 su 27) che hanno applicato per le borse post-doc è di nazionalità europea (in prevalenza spagnoli, seguiti da inglesi, francesi e romeni), mente la restante parte è di origini extracomunitarie (Usa, Brasile, Libano, Turchia, Armenia, Colombia, Argentina, Canada, Cina, Giappone). La maggior parte di questi studenti considera la mobilità una condizione “normale” per la carriera del ricercatore, almeno nelle sue fasi iniziali. Spesso, infatti, il paese natale è diverso dal paese dove attualmente sta svolgendo attività di ricerca. Complessivamente, il 72% delle domande straniere proviene da strutture europee.
“Questi numeri mostrano che se vi sono le condizioni – un ambiente di ricerca stimolante e internazionalmente competitivo e una retribuzione adeguata al ruolo – è possibile attirare giovani stranieri e tentare al rientro i giovani italiani attualmente all’estero”, afferma il presidente dell’INAF, Tommaso Maccacaro. “L’Italia ha notoriamente un bilancio disastroso tra brain drain e brain gain. Ma invertire la tendenza è possibile. Servono un graduale e ragionevole aumento dei finanziamenti, ulteriori opportunità per assumere giovani promettenti desiderosi di cimentarsi con le sfide della ricerca scientifica. Attirare dall’estero italiani e stranieri è molto importante per il futuro del Paese e ci permette di non sprecare l’investimento che il nostro Paese fa nella formazione di quei giovani che così bene fanno quando vanno all’estero e di beneficiare del talento degli altri”
È anche interessante analizzare quali sono i centri di ricerca INAF prescelti dai 71 candidati in lizza. Svetta sul podio l’Osservatorio astronomico di Brera, che ha ricevuto 10 preferenze (il 14% circa), seguito dall’Osservatorio astronomico di Bologna, con 8 voti. Si guadagnano il terzo posto, a pari merito, l’OA di Arcetri, l’OA di Padova e l’OA di Roma con 7 preferenze (la classifica completa è mostrata in figura. Cliccare sull’immagine per ingrandire).
Tra i fattori determinanti nell’indicazione di una struttura in luogo di un’altra c’è, ovviamente, l’ambito di ricerca disciplinare. L’area di studio più gettonata riguarda le galassie e la cosmologia, con la metà dei candidati (36) che ha presentato un programma di ricerca in questo settore.
Ma anche per le ricerche sulle stelle e le popolazioni stellari, materia prediletta per 24 concorrenti, vi è molto interesse. Chiaramente sono aree in cui la ricerca in Italia è particolarmente competitiva e in grado di attirare giovani dinamici. Più di nicchia, invece, gli studi riguardanti l’astrofisica relativistica e particellare, le applicazioni tecnologiche avanzate e strumentazione, il Sole e il Sistema Solare.
“Il grande successo che ha riscosso il concorso non solo ci conferma di aver trovato una formula vincente, ma ci esorta a far sì che tale iniziativa non resti un’eccezione, ma diventi un impegno periodico”, è l’auspicio del presidente Maccacaro.