Tira aria di tempesta su Saturno. La sonda Cassini (una missione NASA-ASI-ESA che conta un importante contributo degli scienziati italiani) ha immortalato i violenti temporali che si abbattono su Saturno, con tanto di fulmini e lampi ben visibili nel cielo. Non era un’impresa facile per la telecamera di Cassini perché il gigantesco pianeta gassoso è molto luminoso e riflettente. Persino di notte, i suoi enormi anelli emanano più luce di quella visibile al chiaro di luna sulla Terra. Finalmente, durante l’equinozio, quando il Sole picchia direttamente sull’equatore, illuminando solo il bordo degli anelli e lasciando in ombra la restante gran parte, si riesce ad ottenere il buio necessario.
Così, nell’agosto del 2009, Cassini è riuscito a fotografare per la prima volta i fulmini di tempeste molto potenti, che hanno sconquassato il cielo Saturno da gennaio a ottobre 2009. Come hanno raccontato gli scienziati sulla rivista Geophysical Research Letter, si tratta del più lungo temporale mai osservato nel Sistema Solare.
Le fotografie in sequenza fornite dalla sonda spaziale sono state utilizzate per realizzare un breve filmato, il primo che mostra una sequenza di lampi su un altro pianeta. Il video contiene anche il rumore del disturbo radio causato dall’emissione di luce sul corpo celeste.
“La cosa interessante è che le tempeste su Saturno hanno un’intensità pari, o anche molto superiore, a quelle che avvengono sulla Terra. Si verificano però con minore frequenza, solitamente una per volta, e in un dato momento, ma possono durare mesi”, ha detto Andre Ingersoll, tra i responsabili dell’area imaging della missione Cassini.