Ore 10.45: la grande gru dal braccio di 100 metri, colloca a 35 metri di altezza sulla struttura centrale del telescopio, la parabola dal diametro di 64 metri e 500 tonnellate di peso del Sardinia Radio Telescope. Il “tiro in quota” si è felicemente concluso. Un’ora dopo il completamento dell’installazione. “Lancio nominale” dunque per SRT e grande soddisfazione dei suoi protagonisti.
“E’ un gran giorno – dice il Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Tommaso Maccacaro – che va dedicato a quanti hanno dato il via a questo importantissimo progetto, credendoci e rendendolo possibile. Penso in particolare a Lucia Padrielli, artefice con Giancarlo Setti, del Sardinia Radio Telescope. E’ veramente un peccato che Lucia non abbia potuto vederlo crescere e assistere all’evento di oggi. SRT è un gioiello della scienza e della tecnologia, unico in Europa e al pari dei migliori radiotelescopi del mondo. Quando sarà operativo ridarrà alla radioastronomia italiana, figlia di una tradizione di eccellenza che trova le sue radici nella Croce del Nord, un ruolo di prominenza internazionale. Ma vanno anche – continua Maccacaro – ringraziati quanti, soprattutto qui in Sardegna, si sono dedicati a questo progetto con entusiasmo e determinazione, sotto la guida del Direttore del Progetto e dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari dell’INAF, Nichi D’Amico. Se oggi salutiamo il successo dell’operazione di tiro lo si deve soprattutto a loro. Sono sicuro – conclude il Presidente INAF – che il Sardinia Radio Telescope sarà presto operativo e produrrà quei risultati scientifici di frontiera che tutti attendiamo con impazienza e che ci permetteranno di fare un altro importante passo avanti nella comprensione dell’Universo”.
Grande soddisfazione anche da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana. Per Piero Benvenuti, membro del CdA dell’ASI, “il sollevamento in quota e il montaggio della parabola da 64 metri di diametro del grande radiotelescopio sardo rappresenta una tappa fondamentale per il completamento del progetto SRT. È stato emozionante vedere il mastodontico cesto metallico, montato pezzo per pezzo a terra nei mesi scorsi, venire finalmente collocato nel suo alloggiamento. L’operazione si è svolta senza nessun intoppo con grande soddisfazione di tutti”.
“Il progetto SRT – continua Benvenuti – riveste poi un ruolo particolare, che potremmo definire “duale”: infatti se per l’80% del tempo sarà utilizzato dagli astronomi per osservare oggetti celesti, per l’altro 20% verrà impiegato dall’Agenzia Spaziale Italiana per controllare satelliti e navicelle spaziali: il suo grande diametro e la sua efficienza lo rendono lo strumento ideale per essere inserito nells Deep Space Network, la rete di grandi antenne necessaria a mantenere il contatto con gli esperimenti di esplorazione robotica del sistema solare, di Marte, Giove Saturno e I loro satelliti”.
“Attendiamo quindi – conclude il rappresentante dell’ASI – con grande aspettativa l’inaugurazione di SRT e l’inizio delle operazioni. Per il momento ci complimentiamo con tutti coloro che hanno lavorato intensamente e con passione al raggiungimento della pietra miliare odierna”.
“Il cesto adesso è in posizione – aggiunge Nicola D’Amico Direttore del Progetto e dell’Osservatorio di Cagliari dell’INAF – la gru rimane in posizione fino alla conclusione del fissaggio temporaneo (da uno a due giorni). È un grande successo, concepito con grande determinazionedalle Ditte che operano in cantiere, principalmente la MT-Mechatronics, la Mammoet Italiana proprietaria della gru e la ditta locale ICOM che ha in carico proprio le fasi di montaggio”, conclude il Direttore del Progetto.
Il Sardinia Radio Telescope, con i suoi 64 metri di diametro e una capacità di osservazione in molteplici bande di frequenza, rappresenta un gioiello scientifico e tecnologico unico in Europa e secondo al mondo, frutto di quell’eccellenza italiana che, nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica in particolare, vanta un primato che dura da 400 anni.
Il Sardinia Radio Telescope è un progetto dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana e il significativo contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e della Regione Sardegna.