Quella dell’astroinformatico è una figura professionale nascente che sta acquisendo un peso sempre maggiore. Una vera e propria cerniera tra il mondo scientifico e quello dell’informatica. Dal 16 al 19 giugno a Pasadena in California si riuniscono esperti da tutto il mondo per parlre delle nuove possibilità offerte da questo ambito. Spiccano, tra gli organizzatori del congresso, il co-chair del comitato scientifico Giuseppe Longo dell’Università Federico II di Napoli e l’INAF, in particolare l’Osservatorio Astronomico di Trieste. Che vanta uno dei gruppi astroinformatici più all’avanguardia del mondo.
“In Italia se ne parla ancora molto poco – ha specificato Fabio Pasian dell’Osservatorio Astronomico di Trieste e membro del Comitato Scientifico del convegno statunitense – ma la Comunità Europea ha già mostrato interesse ed anche Cina, Giappone e India si stanno muovendo in questa direzione.
Un astrofisico che studia l’Universo si trova di fronte a una mole di dati pressoché infinita e il suo lavoro consiste proprio nel prendere solo una frazione di quei dati, una piccola porzione di cielo, e analizzarla. Ma con l’astroinformatica si aprono possibilità completamente nuove: grazie al progetto di Osservatorio Virtuale da poco partito a pieno regime, è possibile accedere ad enormi archivi di dati e osservazioni che sono già state fatte dagli astronomi, e creare dei software ad hoc per relazionarle tutte. Grandi calcolatori con capacità di memoria impensabili per l’uomo potrebbero dare forma a statistiche sulla base di infinite quantità di dati, “osservando”, per così dire, non una fetta solamente ma il cielo intero.
“Questa settimana a Pasadena – precisa Pasian – l’Osservatorio di Trieste non poteva mancare perché il nostro è considerato uno dei più interessati gruppi di astroinformatici di tutto il mondo, attivo da oltre trent’anni; ecco perché siamo in grado, ad esempio, di gestire il Data Processing Centre di un progetto importante come quello della missione Planck o di costruire il software per il controllo delle osservazioni per i grandi telescopi della European Organisation
for Astronomical Research. Il gruppo è formato da circa 25 persone che lavorano fra Trieste e Basovizza; queste non si dedicano alla ricerca sugli aspetti teorici dell’informatica, ma sono in grado di inserirsi all’interno di progetti concreti finanziati dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) o dall’ESO e di costruire strumenti software per fare la scienza con gli archivi”.