Chi è convinto che il giornalismo scientifico di casa nostra abbia molto da imparare dal resto d’Europa, per una volta dovrà proprio ricredersi. Sono entrambi italiani, infatti, i vincitori dell’edizione 2010 degli Euroscience Media Awards. Ad Alessia Maccaferri, del Sole24Ore, va il riconoscimento per la categoria Junior. E Giovanni Caprara, del Corriere della Sera, si aggiudica il premio della categoria Senior: «per la sua dedizione a un giornalismo scientifico di alta qualità e a temi di politica della ricerca», recita la motivazione della giuria, che lo descrive come «la voce che ha permesso a scienziati di numerosi paesi di mettere i risultati delle loro ricerche a disposizione d’un pubblico internazionale».
Autorevole firma dell’edizione cartacea del Corriere, Caprara è molto attivo anche sul web, dove ha un canale su Twitter e un forum nel quale dialoga con i lettori, Scienza e Spazio. E proprio gli argomenti che hanno a che fare con lo spazio e l’astrofisica sono fra quelli che più spesso ricorrono nei suoi articoli.
Lo abbiamo dunque raggiunto al telefono a Torino (dove martedì 6 luglio, alle ore 12.00, presso la Innovation Arena di ESOF 2010 si svolge la cerimonia di consegna degli Euroscience Media Awards) per farci descrivere, dal suo punto di vista di “osservatore privilegiato”, la situazione della scienza, e in particolare dell’astronomia, nel panorama mediatico italiano. «L’astronomia? È un soggetto più gettonato di altri: ha un fascino che altre scienze non hanno, perché il cielo colpisce non solo la mente ma anche il cuore», ci ha assicurato Caprara.
E poiché l’occasione era ghiotta, non abbiamo saputo resistere alla tentazione di provare a carpire qualche trucco, qualche suggerimento, che possa essere d’aiuto ai nostri ricercatori e alle nostre ricercatrici per dare il meglio di sé davanti a microfoni e telecamere. «Il segreto? Dimenticarsi d’essere scienziati».
Ma ecco l’intervista integrale:
[audio:https://www.media.inaf.it/audio/20100705-giovanni-caprara.mp3|titles=Giovanni Caprara intervistato da Marco Malaspina]