«Per la prima volta in vita mia, durante una cerimonia all’estero ho potuto parlare in italiano, con una bravissima interprete che traduceva direttamente in russo». È solo uno fra i ricordi per i quali Massimo Capaccioli—professore d’astronomia alla Federico II, per anni direttore dell’INAF-Osservatorio di Capodimonte e, attualmente, direttore del Centro del VLT Survey Telescope a Napoli—ancora si entusiasma pensando al suo recente viaggio in Russia. Dove, nell’ultima settimana di giugno, ha fatto incetta di riconoscimenti.
Il primo, e più importante, è quello che gli ha conferito il 24 giugno scorso, davanti a 1500 persone, l’Università statale di Mosca Lomonosov: la professorship ad honorem. Un riconoscimento che giunge da un’istituzione prestigiosa—all’Università statale di Mosca hanno insegnato scienziati del calibro di Landau e Kolmogorov—e per il quale Capaccioli non nasconde una profonda soddisfazione: «È arrivato dopo una dura selezione durata tre anni. E la prima domanda che il rettore della Lomonosov ha posto a coloro che mi avevano proposto è stata: “Ma ce l’ha il Premio Nobel?”. Perché di solito – ma ahimé non è questo il caso – è a chi già ha il Nobel che viene dato».
Ma i russi non si sono limitati a quest’eccezione. Quattro giorni dopo, il 28 giugno, questa volta a San Pietroburgo, la ciliegina sulla torta: l’Osservatorio Centrale dell’Accademia delle Scienze russa assegna a Capaccioli un altro riconoscimento internazionale, la Medaglia Struve, così chiamata in onore di Friedrich Georg Wilhelm von Struve, fondatore nel XIX secolo dell’osservatorio di Pulkovo, dove si è svolta la cerimonia.
Due riconoscimenti scientifici che giungono al culmine d’un lungo percorso fatto di collaborazioni fra Capaccioli e ingegneri e soprattutto scienziati russi. Proprio nelle industrie dell’ex-Unione Sovietica, infatti, sono stati realizzati gli specchi di VST, il VLT Survey Telescope, del quale Capaccioli è principal investigator. E anche dal versante VST arrivano buone notizie: dopo anni tormentati da ritardi e “disgrazie”, anche la cella del telescopio a grande campo è ora al sicuro a Paranal, in Cile. Pronta a entrare in azione nel giro di un anno.
Nell’intervista audio, Massimo Capaccioli sul doppio premio e su VST: