Quanto è grande? Di che è fatto? E come ha avuto inizio? Le grandi domande sull’universo sono in tanti a porsele. E i libri che cercano di dare qualche risposta non mancano. Osservare l’universo di Paolo De Bernardis (professore di Astrofisica e Cosmologia Osservativa a “La Sapienza” e associato INAF), invece, più che sulle risposte cerca di porre l’attenzione sulle strade seguite e perseguibili per arrivarci. Le teorie, dunque, ma anche e soprattutto le osservazioni, gli esperimenti e le tecnologie che vi stanno dietro.
Uscito in libreria lo scorso aprile nella collana «Farsi un’idea» del Mulino, l’agile volume di De Bernardis è dunque la lettura ideale per chi non si accontenta di sapere quello che i cosmologi pensano dell’universo, e voglia invece scoprire come ci siano arrivati, alle loro conclusioni. Per esempio, grazie a esperimenti come il pallone stratosferico Boomerang, realizzato sotto la guida dello stesso De Bernardis: lanciato nel 1998 dall’Antartide, ha fornito la prima mappa dettagliata dell’universo primordiale, consentendo agli scienziati di stabilirne la geometria.
Una cosmologia per quanto possibile concreta, dunque, che sarà possibile toccare con mano la sera di venerdì 23 luglio, alle ore 21, presso il Planetario di Roma, nell’ambito del programma estivo Astrosummer 2010. Dopo lo spettacolo di Stefano Giovanardi «Di Stella in Stella», Paolo De Bernardis presenterà il suo libro dialogando con Claudia Di Giorgio, della rivista Le Scienze, e rispondendo alle domande del pubblico.
Abbiamo raggiunto il professor De Bernardis al telefono e gli abbiamo posto anche noi qualche domanda, sugli argomenti del libro, sugli esperimenti in corso nei quali è coinvolto (da Planck a Olimpo) e sullo stato di salute del modello standard della cosmologia. Sentiamo:
[audio:https://www.media.inaf.it/audio/20100722-paolo-de-bernardis.mp3|titles=Paolo De Bernardis intervistato da Marco Malaspina sul libro Osservare l’Universo]