Negli ultimi 5-6 anni nelle facoltà italiane in cui è possibile laurearsi in astrofisica, c’è stato un boom di iscrizioni. La professione di astronomo (o di astrofisico, in Italia i due termini vengono usati indifferentemente) piace molto ai giovani. E’ quanto affermato in una intervista LABITALIA Francesco Palla, direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri dell’INAF. “In Italia il corso di laurea in Astrofisica esiste solo in due università – spiega Palla – a Padova e Bologna. Ma è possibile anche laurearsi in Fisica e poi scegliere la specializzazione. Comunque sia, il richiamo per gli studenti, di questi corsi di laurea, continua a essere molto forte e in questi ultimi 5-6 anni c’è stato un notevole aumento di iscritti”.
Il percorso però che conduce dall’università al lavoro, negli ultimi anni è diventato più lungo e complicato. “La nostra è una professione per eccellenza internazionale – ricorda il rappresentante dell’INAF – ed è normale dunque, dopo la laurea, fare esperienze di almeno due-tre anni all’estero. Ma ora per chi vuole rientrare in Italia vi sono problemi seri. Se prima era normale dopo un percorso di 2-3 anni post dottorato pensare di poter partecipare ad un concorso per ricercatore, ora è necessario attendere almeno 6-8 anni”.
“I pochi soldi che l’Italia investe nella ricerca sono parzialmente compensati -dice Palla – dalle attività internazionali cui siamo legati e che ci garantiscono la prosecuzione delle ricerche. Privarsi dell’astronomia, dei suoi studi e delle sue scoperte significa perdere molto e non solo perché l’Italia è la culla dell’astronomia moderna”. “Nella ricerca astronomica -sottolinea il direttore dell’istituto di Arcetri – c’è un aspetto importante di ricadute tecnologiche e economiche: basti pensare agli studi nel settore dell’ottica, compiuti per costruire telescopi sempre migliori, in grado di osservare le stelle senza le distorsioni dell’atmosfera. Grazie a quegli studi sono stati realizzati specchi sottilissimi del diametro di pochi millimetri, che, grazie all’efficienza di concentrazione e di temperatura che li caratterizza, saranno una delle nuove tecnologie usate per la produzione di energia solare”. “O basti pensare alle protesi mediche realizzate con i materiali studiati per costruire i satelliti”.
Insomma, motivi per apprezzare queste ricerche ce ne sono. Non ultimi, quelli legati agli aspetti più di conoscenza. “L’astronomia – conclude nella sua intervista Francesco Palla – è una disciplina che, meglio di altre, può dare risposte alle domande dell’uomo”.