Un progetto voluto dalla NASA attraverso il Jet Propulsion Lab di Pasadena in California, condotto da un professore di fisica, Robert Peale e Tatiana Brustentsova, una ricercatrice associata al progetto.
L’idea è di mettere a confronto i dati a “terra” con quelli ottenuti con il satellite NASA Spitzer e quello dell’Agenzia Spaziale Europea Herschel. Dati, che fatto salvo le diverse componenti evolutive incidenti (sul nostro pianeta le temperature sono miti nella sua variazione e incidono diversi agenti atmosferici) ci potrebbero permettere di individuare le componenti primarie della materia del cosmo e di quali possa essere le condizioni necessarie perché la vita si sviluppi.
“Anche Planck“, dice Reno Mandolesi PI di Planck LFI, “potrà dare il suo contributo alla comprensione del fenomeno delle polveri cosmiche. Dopo tutto Planck è un osservatorio spaziale completo che osserva si l’universo ai suoi albori ma anche l’universo oggi con le sue componenti di polveri e plasma“.