Oggi a Roma i funerali del fisico Nicola Cabibbo, morto ieri sera nella capitale. Il fisico, tra i più noti a livello mondiale, aveva 75 anni ed era stato ricoverato all’Ospedale Fatebenefratelli nel pomeriggio di ieri a causa di una crisi respiratoria. Laureatosi in fisica a 23 anni, dal 1969 è professore di fisica delle particelle elementari all’Università di Roma. E proprio sulle particelle elementari, o meglio la loro composizione, ha rappresentato uno dei successi scientifici più importanti della sua carriera, fonte allo stesso tempo di polemiche. Nei primi anni Sessanta, con l’angolo di Cabibbo, gettava le basi per comprendere come i mattoni della materia, i quark, si mescolano dando origine alle particelle elementari. Dieci anni più tardi i ricercatori giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa svilupparono la teoria introducendo la matrice che porta i nomi dei tre ricercatori (Cabibbo-Kobayashi-Maskawa, Ckm. Per questo risultato Kobayashi e Maskawa sono stati premiati con il Nobel nel 2008, mentre tale riconoscimento non è stato assegnato a Cabibbo, tra lo sconcerto e la perplessità del mondo scientifico.
Grazie a queste ricerche, Cabibbo ha aperto la strada nello studio di una delle quattro forze fondamentali della natura, l’interazione debole. Capire quest’ultima significa poter studiare un fenomeno importante come la fusione nucleare che avviene all’interno del Sole e delle altre stelle. Nicola Cabibbo è stato inoltre presidente dell’Infn e della Pontificia Accademia delle Scienze.
“Con la scomparsa di Cabibbo – commenta il Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Tommaso Maccacaro – è venuto mancare un altro grande fisico del secolo scorso. Non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente ma ne ho potuto apprezzare le doti di grande scienziato e uomo di cultura, nonché la classe, in occasione della mancata assegnazione di un premio che certamente meritava”.
Per il presidente dell’INFN Roberto Petronzio con Nicola Cabibbo scompare ”un grande fisico, uno scienziato dotato di un pensiero profondo e un grande maestro”. ”Cabibbo – prosegue Petronzio – è stato tra i protagonisti assoluti della scuola romana di fisica e ha dato un contributo fondamentale all’Infn, di cui è stato il presidente in una fase importantissima: sotto di lui si sono inaugurati i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Fino agli ultimi giorni ha lavorato per l’Infn, dando il suo contributo come membro del comitato scientifico”.