Quando nel 1979 Sting si augurava, in “Walking on the moon”, di non rompersi una gamba saltellando sul suolo lunare, pare si riferisse alla sua prima fidanzata, Deborah Anderson. E all’impressione di assenza di gravità causata dall’innamoramento. Chissà se il leader dei Police era consapevole che, nemmeno sette anni prima, nell’aprile del 1972, durante la missione Apollo 16, nonostante la gravità ridottissima, l’astronauta Charles Duke rischiò davvero di farsi male proprio facendo un capitombolo sul nostro satellite (vedi video qui sotto): «Ha camminato sulla Luna, ed è anche inciampato e caduto. Rialzarsi, ha detto, è stata durissima», ricorda il direttore dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Bologna Flavio Fusi Pecci.
Charles Duke, il decimo uomo a passeggiare (e verosimilmente il primo a ruzzolare) sulla Luna, è ora in Italia. E martedì 26 ottobre terrà a Bologna una conferenza aperta al pubblico, dedicata alla Luna ed all’esplorazione del sistema solare, insieme a una moderatrice d’eccezione: l’astronauta per caso Syusy Blady. Sarà l’occasione per ripercorrere quella che fu una camminata lunare da record. Fra i dodici uomini che abbiano mai messo piede sul nostro satellite, infatti, Duke è stato il più giovane: all’epoca, aveva 36 anni. Con ben 71 ore e 14 minuti (quasi tre giorni), inoltre, ha segnato il record di permanenza sulla superficie lunare. Ancora, nel corso delle sue scorazzate extraveicolari, a piedi e a bordo dell’automobile lunare Rover-2, Duke ha raccolto, fra rocce e campioni di suolo, qualcosa come 96 chili di roba. Lasciando in cambio una foto di famiglia, con tanto di rivestimento protettivo e scritta sul retro: «Questa è la famiglia dell’astronauta Duke dal pianeta Terra».
Insomma, se c’è uno che potrebbe scrivere la Lonely Planet del nostro satellite, è lui. E a chi insiste a sottoporgli la teoria del complotto lunare, la replica giunge secca, semplice e immediata: «Siamo stati sulla Luna nove volte», è solito rispondere Duke. «Se l’avessimo fatto per finta, perché fingere per nove volte?».
L’appuntamento per la serata, organizzata dall’Associazione Astrofili Bolognesi in collaborazione con l’INAF-Osservatorio Astronomico di Bologna e il Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna, è per martedì 26 ottobre, alle ore 21, presso l’Aula Absidale di Santa Lucia (via de Chiari 25/A, Bologna). Oltre a Charles Duke e a Suysy Blady, interverranno Flavio Fusi Pecci e Giovanna Stirpe dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Bologna, e Giorgio Palumbo, dell’Università di Bologna.
È possibile scaricare la locandina dell’incontro
Qui puoi vedere la scena in cui Duke cade e si rialza sul suolo lunare: