Dieci “nuovi” ammassi di galassie massicce quelli scoperti da un gruppo internazionale di astrofisici facenti capo alla Rutgers University e pubblicata sul numero di novembre della rivista The Astrophisucal Journal. La scoperta è stata possibile grazie ad una ampia e uniforme osservazione del cielo dall’emisfero meridionale.
L’osservazione è stata condotta usando una particolare tecnica che mira a rilevare le “ombre” degli ammassi di galassie proiettate sulla radiazione cosmica di fondo nelle microonde, una “reliquia” del Big Bang che ha dato i natali all’Universo.
La ricerca, che ha visto partecipi, oltre gli scienziati della Rutgers, anche gli astronomi della Pontificia Cattolica Università del Cile, ha avuto inizio nel 2008, con un nuovo radiotelescopio sito nel deserto di Acatama in Cile, l’Acatama Cosmology Telescope capace di cogliere le millimetriche lunghezze d’onda radio rilevando immagini altrimenti invisibili della radiazione cosmica di fondo e sfruttando il cosiddetto effetto “Sunyaev-Zel’dovich” (SZ), una traccia inconfondibile da essi lasciata sulla radiazione di fondo cosmico diffusa..
“Queste innovative osservazioni hanno quindi permesso di rilevare questi ammassi di galassie massicce, dando un nuovo obiettivo da puntare agli astronomi”, dice Felipe Menanteau, un ricercatore in fisica e astronomia della Scuola di Arte e Scienze, a Rutgers.
La nuova scoperta offre agli astronomi e agli astrofisici di tutto il mondo un’ulteriore possibilità per comprendere la nascita dell’Universo e la sua evoluzione.