E’ stata scelta come immagine astronomica del giorno quella prodotta dagli astronomi dell’osservatorio di Arcetri dell’INAF. L’immagine è stata possibile grazie allo strumento IBIS, costruito ad Arcetri, installato al Dunn Solar Telescope (DST), nel Nuovo Messico (USA), e operato in collaborazione con il National Solar Observatory (NSO).
“Compresa fra la fotosfera, dove le macchie fanno la loro comparsa, e la corona, con i suoi archi magnetici che si estendono nello spazio interplanetario – ci spiegano i ricercatori dell’Osservatorio Astronomico di Arcetri, Kevin Reardon e Fabio Cavallini – si trova la cromosfera, un ambiente molto complesso e sotto molti aspetti ancora enigmatico. E’ in questa regione intermedia dell’atmosfera solare che il campo magnetico comincia a prevalere sul gas in movimento, modellandolo in lunghe strutture sottili, più calde e più dense dell’ambiente circostante”.
Quest’immagine, acquisita con lo strumento italiano IBIS, “mostra la cromosfera in corrispondenza di una regione attiva (NOAA 11092), vicina al centro del disco solare il 3 agosto 2010. L’immagine, ottenuta non nella nota riga spettrale H-alfa dell’idrogeno neutro, ma in una riga meno conosciuta del calcio ionizzato presente nel vicino infrarosso, copre una superficie di 170 000 km di lato con altissima risoluzione spaziale (160 km alla superificie del Sole) e permette di apprezzare una grande varieta’ di strutture cromosferiche: le “fibrille”, che dipartono dalla macchia e ne formano la cosiddetta “super-penombra”, gli scuri “filamenti”, che rappresentano gas freddo sospeso a decine di migliaia di km dalla superficie, il piccolo “brillamento”, vicino alla macchia, che indica il rilascio di energia magnetica (in grado di influenzare i nostri satelliti e la nostra atmosfera)”.
“Lontano dalla macchia – concludono la loro illustrazione Reardon e Cavallini – e visibili come in trasparenza sotto le fibrille, le piccole strutture brillanti e tondeggianti corrispondono a zone dove onde sonore, generate all’interno del Sole, rilasciano parte della loro energia in shock acustici, simili al “boom” di un aereo supersonico”.