E’ la mattina di sabato in Cile quando lo specchio primario del VST è stato finalmente unito alla sua cella. Il VLT Survey Telescope, primo del suo genere nel panorama europeo sino all’entrata in servizio del telescopio infrarosso VISTA, nel 2010, è stato ideato dall’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte, che lo ha inizialmente finanziato con fondi attribuiti all’Osservatorio dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (oggi MIUR), dal Consorzio Nazionale di Astronomia e Astrofisica (CNAA), e dal Consiglio Regionale della Campania.
In base a un Memorandum of Understanding sottoscritto nel giugno del 1998, l’ESO sovrintende le diverse fasi della costruzione del telescopio ed è responsabile diretto delle infrastrutture e della gestione e manutenzione dello strumento. Le risorse umane ed economiche messe in campo dall’INAF per la realizzazione del VST varranno all’Istituto una significativa quota di tempo di osservazione del VST, stimabile in circa il 20%, cui si aggiunge un congruo numero di notti di osservazione al VLT.
Una volta operativo, VST sarà una preziosissima “spalla” scientifica per VLT, il Very Large Telescope, anch’esso collocato sul sito di Cerro Paranal. Il VST è stato infatti progettato e realizzato per osservazioni astronomiche a grande campo di vista: l’area di cielo che VST potrà studiare in un colpo solo è pari a un grado quadrato, ossia la superficie apparente di quattro lune piene. Le posizioni degli oggetti celesti più interessanti che verranno osservati dal VST potranno essere rapidamente passate al VLT che potrà sfruttare così la potenza dei suoi quattro telescopi da 8,4 metri di diametro per studiarli in dettaglio. A raccogliere e registrare le immagini prodotte da VST ci penserà una camera digitale il cui rivelatore è composto da un insieme di 32 sensori CCD, con una risoluzione complessiva di ben 256 Megapixel. Uno strumento sofisticato, realizzato da un consorzio internazionale (OmegaCam) di cui, oltre all’ESO, fanno parte istituti di Germania, Olanda e, per l’Italia, gli Osservatori Astronomici INAF di Padova e Napoli.
Le attività sono iniziate alle 7.00 del mattino del 13/11/2010 con le operazioni di carico sul camion che, alla “folle” velocità di 5 km/h, ha trasportato lo specchio dal campo base alla piattaforma dei telescopi. Alle 10.30 lo specchio risultava integrato nel telescopio.
A far visita al telescopio il Direttore Generale dell’ESO, Tim de Zeeuw, e l’ambasciatore ESO presso il governo cileno, Massimo Tarenghi. Entrambi hanno sottolineato come l’integrazione dello specchio primario costituisce un passo molto importante
verso la piena operatività del VST che tutta la comunità scientifica attende.
Un’altro passaggio è atteso per il 24 novembre quando sarà montata anche la cella M2. Poi la “prima luce” attualmente prevista per il prossimo 7 dicembre.