E’ un altro passo, un altro piccolo passo verso la conoscenza dei pianeti extrasolari. E’ quello compiuto da un team di astronomi, che grazie al Very Large Telescope e allo strumento FORS, ha potuto studiare, per la prima volta, l’atmosfera di un esopianeta, GJ 1214b, scoperto nel 2009 utilizzando lo strumento HARPS.
GJ 1214b ha un raggio circa 2,6 volte quella della Terra ed è circa 6,5 volte più massiccio, caratteristiche che lo collocano esattamente nella classe dei pianeti extrasolari conosciuti come superTerre. La sua stella si trova a circa 40 anni luce dalla Terra nella costellazione di Ofiuco (il Serpentario). Si tratta di una stella debole e anche piccola, il che significa che la dimensione del pianeta è piuttosto grande rispetto al disco stellare, e ciò lo rende relativamente agevole da studiare. Il pianeta ruota intorno alla sua stella ogni 38 ore ad una distanza di soli due milioni di chilometri: una distanza circa settanta volte inferiore a quella che divide la Terra dal Sole.
Il pianeta, noto come GJ 1214b, è stato studiato al momento del suo passaggio davanti alla stella madre, quando una parte della luce della sua stella attraversava l’atmosfera del pianeta. La sua atmosfera è o per lo più composta di vapore acqueo o dominata da dense nubi o nebbie. I risultati soo stati pubblicati sul numero del 2 Dicembre della rivista Nature.
Prima di effettuare queste nuove osservazioni, gli astronomi avevano ipotizzato tre possibili atmosfere per GJ 1214b. La prima comprendeva l’affascinate possibilità che il pianeta fosse avvolto da acqua, che, data la vicinanza alla stella, sarebbe stata in forma di vapore. La seconda ipotesi proponeva che fosse un mondo roccioso con una atmosfera composta principalmente da idrogeno, ma con nubi alte o nebbie che ne oscurano la vista. La terza ipotesi suggeriva che questo esopianeta fosse come un piccolo Nettuno, con un esiguo nucleo roccioso e una densa atmosfera ricca di idrogeno.
Delle tre ipotesi la terza è stata scartata perché non sono stati trovati indizi di una presenza di idrogeno che la conforti. Restano dunque le prime due opzioni, ma saranno necessari altri studi per comprendere appieno la composizione dell’atmosfera di questa superTerra.