“Salviamo Noto e Medicina”, titolava il 30 aprile dello scorso anno il nostro quotidiano on line. I due radiotelescopi, rispettivamente in Sicilia e in Emilia Romagna, cominciavano a soffrire l’usura degli anni e gli ulteriori tagli al bilancio INAF non andavano certo a migliorare una già critica situazione.
Ma se per Medicina, Luigina Feretti, la direttrice dell’Istituto di Radioastronomia di Bologna, che gestisce entrambi i telescopi, lamentava l’usura della cremagliera (costo preventivato per la riparazione, 300mila euro), pur non impedendone il funzionamento, per quello di Noto il danno era assai più grave e bloccava l’operatività di una infrastruttura scientifica di grande prestigio.
La parabola di Noto fa parte, infatti, della rete di radiotelescopi distribuiti in Europa e nel mondo chiamata VLBI, Very Long Baseline Interferometry. I radiotelescopi di questa rete osservano simultaneamente i corpi celesti e combinano insieme i dati con la tecnica dell’interferometria, ottenendo un risultato che è equivalente a quello che si avrebbe con un radiotelescopio grande come la Terra. E per permettere a Noto di tornare a svolgere il suo importante compito si rendeva necessario un finanziamento straordinario di un milione di euro.
Da ieri sul sito dell’INAF (www.inaf.it) è presente il bando per la riparazione del telescopio sito in Sicilia: “È una decisione che il CdA INAF ha preso da subito, riconoscendo l’importanza dell’operatività del radiotelescopio di Noto”, dice Luigina Feretti, la direttrice dell’IRA di Bologna. “L’INAF ha inizialmente scavato nei meandri dei bilanci per cercare di trovare la somma necessaria. Contestualmente ha presentato al MIUR una richiesta di finanziamento straordinario che venisse incontro alle esigenze della nostra rete di radiotelescopi, non solo Noto e Medicina, ma anche il Sardinia Radio Telescope. Richiesta che è stata accolta”.
È stata finanziata anche la sostituzione della cremagliera del radiotelescopio di Medicina?
Tramite il finanziamento speciale per la Radioastronomia erogato dal MIUR a fine 2010, è ora possibile far fronte anche alla manutenzione straordinaria dell’antenna di Medicina, che comprende la cremagliera e altri parti usurate.
Che tempi si prevedono per il ritorno in piena operatività del telescopio di Noto?
Ci sono i tempi tecnici per l’espletamento della procedura di gara, poi sono previsti circa 10 mesi per l’approvvigionamento dei materiali e la riparazione vera e propria, quindi il radiotelescopio dovrebbe tornare operativo nel giro di circa un anno.
In cosa differiscono i telescopi di Medicina e Noto?
Medicina è dotata della cosiddetta ‘agilità di frequenza’, un sistema che permette di cambiare velocemente la frequenza di ricezione dei segnali radio (in tempi da pochi secondi a pochi minuti) ed è inoltre è collegata in fibra ottica alla rete mondiale di radiotelescopi e-VLBI. Noto è caratterizzato dalla presenza di superficie ottica attiva, composta da 248 pannelli mobili che permettono di correggere in maniera estremamente precisa le deformazioni della superficie della parabola e quindi osservare con alta efficienza a frequenze alte. Dispone infatti di ricevitore a 43 GigaHertz, e si stavano effettuando test con un ricevitore a 86 GigaHertz. Questo know-how è stato trasferito al Sardinia Radio Telescope, che sarà in rete e-VLBI e potrà funzionare fino a frequenze di 100 GigaHertz grazie alla presenza di superficie attiva. Da notare che anche per il radiotelescopio di Noto è prevista la realizzazione della connessione in fibra ottica, infatti Il GARR ha messo in gara il collegamento in fibra di Noto che sarà realizzato entro il 2012 nell’ambito di Garr-X.