Dopo essere stata il fulcro della manifestazione Arte e Scienza in Piazza a Bologna, la mostra Happy Tech. Macchine dal volto umano, si sposta nel capoluogo lombardo, dove sarà ospitata dal 22 febbraio al 31 marzo nella prestigiosa sede della Triennale. L’inaugurazione è prevista per il 22 alle 19.30.
Attraverso 18 installazioni, la mostra esplora il rapporto tra uomo e tecnologia. In particolare, l’exibit che accompagna l’opera dell’artista Thomas Ruff nella sezione Conoscere il mondo è stato realizzato con la collaborazione dell’INAF. Quattro immagini astronomiche in trasparenza sintetizzano l’evoluzione dell’Universo e contemporaneamente la capacità del pensiero umano di comprenderlo.
Nel passato arte e scienza sono stati spesso un binomio solido, e in effetti a ben vedere lo sono ancora. La pittura come la musica, come l’architettura, dipendono dall’evoluzione del sapere. Da Leonardo da Vinci a Michelangelo, al Bernini, allo stesso Galileo, hanno intessuto la creatività artistica alla conoscenza.
La mostra Happy Tech, nella formula voluta dai due autori, Giovanni Carrada e Cristiana Perrella, pone la scienza come musa dell’arte e vuole illustrare l’arte ispirata dalla scienza, e la scienza che l’ha ispirata. Cercando inoltre di evidenziare il rapporto, non sempre facile, tra la scienza e la tecnologia.
In effetti la tecnologia dipende dalla scienza, direttamente e indirettamente. Dipende dalla scienza quando per fare scienza è necessario spingere al limite la tecnologia. Dipende dalla scienza quando una scoperta ha come conseguenza indiretta un avanzamento tecnologico.
L’astrofisica moderna, oltre a ispirare l’arte come si può ammirare nella magnifica rielaborazione fotografica di Saturno ripreso dalla sonda Cassini, presente alla mostra dell’artista Thomas Ruff, è anche una grande ispiratrice di tecnologia.
Perché nessun’altra scienza come l’astronomia ha così bisogno di spingersi oltre i limiti imposti dai nostri sensi. Sono necessarie tecnologie avanzatissime per potenziare i sensi umani, per guardare più lontano e con maggiore dettaglio con i telescopi nell’ottico, ma anche per poter “vedere” l’Universo nelle diverse lunghezze d’onda e comprendere quindi meglio i meccanismi fisici che lo regolano.
Ma, dicono i due autori, conoscere in senso scientifico è, come l’arte, molto di più che un semplice “vedere”. Il metodo scientifico è complesso, non lineare e la tecnologia gioca un ruolo fondamentale perché ci permette di eseguire quei salti concettuali senza i quali l’umanità non si sarebbe evoluta.
Nell’istallazione dedicata quindi all’astrofisica è descritto il percorso attraverso il quale si è giunti alla teoria dell’espansione dell’Universo, chiamata Big Bang, percorso fatto appunto di uomini, idee e strumentazioni sempre più sofisticate. Per la sua realizzazione gli autori hanno chiesto aiuto all’INAF. Grazie alla nostra consulenza scientifica, è stato tracciato il percorso scientifico attraverso il quale si è arrivati alla comprensione di come l’Universo si stia evolvendo, dalle prime ipotesi sull’espansione di Edwin Hubble alla rilevazione del fondo cosmico a microonde, dai campi profondi del telescopio spaziale Hubble alle osservazioni sensazionali eseguite con i satelliti Cobe e Plank, o con l’italianissimo strumento BOOMERanG (Balloon Observations Of Millimetric Extragalactic Radiation and Geophysics).
La mostra, progettata e realizzata grazie alla Fondazione Marino Golinelli con il patrocinio di RAI e MIUR, resterà aperta dal 22 febbraio al 31 marzo 2011 presso la sede della Triennale di Milano, in via R. Lambruschini, 31, tutti i giorni dalle 11:00 alle 21:00 esclusi il lunedì, giorno di chiusura (www.triennale.org).