LOFT, EChO, MarcoPolo-R e STE-QUEST: questi i nomi, resi noti oggi, delle missioni di “classe media” (M3) che l’ESA lancerà fra il 2020 e il 2022 nell’ambito del programma spaziale Cosmic Vision.
«È la competizione più dura che ci sia mai stata per il programma scientifico ESA», ha detto Fabio Favata, dell’Agenzia Spaziale Europea, a sottolineare il grande interesse degli astrofisici per questa opportunità di lancio.
Si tratta di quattro proposte con obiettivi scientifici assai diversi fra loro: ecco un rapido ritratto delle quattro candidate in gara.
LOFT (Large Observatory For X-ray Timing) è un satellite che andrà a puntare lo sguardo al limite dell’osservabile: vicino all’orizzonte degli eventi dei buchi neri e nei dintorni delle stelle di neutroni. Per capire, studiandone l’emissione a raggi X, cosa accade alla materia che vi orbita attorno. Un progetto a guida INAF: i principal investigator sono Marco Feroci, dell’INAF-IASF di Roma, e Luigi Stella, dell’INAF-Osservatorio astronomico di Roma. È un progetto con un’ampia partecipazione internazionale: Olanda, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Svizzera, Irlanda, Turchia, Grecia e Repubblica Ceca. Sono coinvolti anche Stati Uniti e Brasil.
INAF presente anche in EChO (Exoplanet Characterisation Observatory), che dalla remotissima L2, la stessa postazione dove già si trovano i satelliti ESA Planck e Herschel, a un milione e mezzo di chilometri dalla Terra, concentrerà la sua attenzione sull’atmosfera dei pianeti extrasolari. La missione è stata presentata da un board di CO-PI del quale fa parte Giusi Micela dell’INAF-Osservatorio astronomico di Palermo. Sono inoltre coinvolti l’INAF-IFSI di Roma, l’Università di Firenze, l’INAF-Osservatorio astronomico di Torino e molti altri scienziati INAF.
C’è poi MarcoPolo-R: da viaggiatore nato, come il suo nome suggerisce, andrà a estrarre campioni direttamente sul suolo d’un asteroide, per poi riportarli a Terra per sottoporli ad analisi accurate, a caccia fra l’altro di composti organici. Tra i membri del team proponente figurano per l’Italia: Elisabetta Dotto (INAF-OAR), John Robert Brucato (INAF-OAA), Priscilla Cerroni (INAF-IASF) e Raffaele Saladino (Università della Tuscia). MarcoPolo-R vede inoltre la partecipazione di oltre 550 scienziati di 16 paesi europei, di cui circa 120 italiani.
E infine STE-QUEST (Space-Time Explorer and Quantum Equivalence Principle Space Test), un laboratorio spaziale pensato per mettere alla prova il Principio d’equivalenza della relatività generale. Come? Misurando, con il ticchettio di orologi atomici a bordo del satellite e sulla Terra, la curvatura dello spazio-tempo con una precisione senza precedenti.
- L’annuncio dato sul sito ESA (in inglese)