Un’altra stella si aggiunge al catalogo sempre più nutrito di “supernovae superbrillanti”. Si trova a 3.7 miliardi di anni luce di distanza ed è stata individuata dagli astronomi dell’ Università del Texas incrociando dati e osservazioni di telescopi a terra e nello spazio, tra i quali il telescopio Keck nella Hawaii e il satellite Swift.
La supernova, denominata SN2008am, al momento rappresenta una delle esplosioni stellari più luminose tra tutte quelle finora conosciute. Proprio per questo è stata subito inserita all’interno della recente classe di oggetti delle “supernovae superbrillanti” (SLSNe). Sono stelle che al termine dela loro evoluzione esplodono come le comuni supernovae ma raggiungono luminosità che superano i 100 miliardi di volte quella del Sole. A rendere l’esplosione così brillante è l’interazione tra l’onda d’urto generata dell’esplosione e il materiale gassoso circostante espulso in precedenza, un fenomeno detto “interazione circumstellare”.
Come illustrato nella ricerca pubblicata sull’ Astrophysical Journal, nel caso di SN2008am la presenza del materiale circostante si spiega ipotizzando che fosse una “luminosa blu variabile”, ovvero una stella che periodicamente espelle il gas più esterno. Quando è poi avvenuta l’esplosione, l’effetto di interazione circumstellare ha aumentato la luminosità della supernova sino a valori impressionanti: secondo le stime, al massimo della sua brillantezza l’energia emessa in un secondo sarebbe in grado di soddisfare il bisogno energetico degli Stati Uniti per miliardi di anni.