LE STELLE PIÙ OSPITALI PER LA VITA

Cerca le nane bianche, troverai un’altra Terra

Secondo uno studio su Astrophysical Journal Letters, il posto più facile dove trovare pianeti extrasolari abitabili è intorno alle piccole stelle morenti chiamate nane bianche. La proposta: perlustrare la zona intorno alle nane bianche più vicine alla Terra.

     31/03/2011

L'atto finale di una stella come il Sole: gli strati esterni di gas bruciano via e lasciano il cuore 'incenerito' della nana bianca, il punto bianco al centro. Credit: NASA/ESA, Hubble Space Telescope

“Setacciamo i dintorni delle 20 mila nane più vicine alla Terra. Con un telescopio da terra di un metro di diametro, bastano 32 ore di osservazione per ogni stella. Se vediamo che la sua luce non diminuisce, significa che non ci sono pianeti abitabili che le orbitano intorno, e possiamo passare alla stella successiva”.

Questa, in sintesi, la proposta lanciata da Eric Agol, professore di astronomia all’Università di Washington alla comunità scientifica e agli appassionati del cielo. Su centinaia di pianeti extrasolari scoperti nell’ultimo decennio nessuno sembra avere caratteristiche compatibili con la vita. Forse occorre una ricerca mirata per centrare l’obiettivo. Secondo Agol, le stelle morenti, chiamate nane bianche, sarebbero il posto ideale per trovare facilmente un gemello della Terra, come spiega in un articolo pubblicato su Astrophysical Journal Letters.

Le nane bianche sono stelle giunte alla fase finale della loro vita. Pallide, via via più fredde e “rattrappite”. Il fatto che abbiamo una temperatura superficiale bassa (circa 5.000 gradi) rispetto alla nostra stella, implica che la loro fascia di abitabilità sia più vicina. Perché vi sia acqua liquida in superficie – condizione indispensabile per la vita – un pianeta dovrebbe trovarsi a una distanza significativamente più vicina rispetto alla Terra dal Sole. E questo renderebbe più facile la sua scoperta.

Quando una stella non ha più carburante per alimentare le reazioni di fusione termonucleare, comincia a bruciare l’idrogeno al di fuori del nucleo. Comincia così la sua trasformazione in gigante rosse. Le emissioni nell’atmosfera sono così vaste da raggiungere, e distruggere, i pianeti che le orbitano vicino, come la Terra. Alla fine, ciò che resta della stella è un cuore incenerito, chiamato appunto “nana bianca”. Le sue “braci” possono ardere per altri 3 miliardi di anni. Secondo l’autore dello studio, a questo punto i pianeti più distanti, sopravvissuti alla grande eruzione della gigante rossa, comincerebbero a migrare verso la sorgente di calore, mentre nuovi pianeti potrebbero prender forma dai detriti liberati nella metamorfosi della stella. In queste circostanze, un modo abitabile dovrebbe orbitare tra 500.000 e 2 milioni di miglia dalla stella, meno dell’1% della distanza Terra-Sole, molto più vicino anche di Mercurio.

La nana bianca più vicina alla Terra è Sirius B, che si trova a 8,5 anni luce. Un tempo doveva essere cinque volte più massiva del Sole, ma ora ha perso gran parte della sua massa e è compattata in un spazio non più grande della Terra.