“Non conosco nessuno che non trovi affascinante ed emozionante la visione del cielo stellato”. Si apre così il primo capitolo del libro “Il buio oltre le stelle” (Codice, 2011), nuovo lavoro di Amedeo Balbi che racconta l’Universo che si vede e, soprattutto, quello che non si vede. Il libro è rivolto a tutti coloro che vogliono conoscere le problematiche dell’astronomia moderna e descrive, come in un viaggio ideale, le continue scoperte di oggetti celesti distanti, individuati solo grazie ai moderni telescopi, passando per le onde elettromagnetiche non visibili all’occhio umano sino alle ipotesi pù recenti sulla possibile natura della materia oscura e dell’energia oscura.
Amedeo Balbi è cosmologo, ricercatore all’ Università di Roma Tor Vergata, associato INAF e divulgatore scientifico (suo, il seguito blog astronomico Keplero). Nel 2007 con il suo libro “La musica del big bang” è entrato nella rosa dei candidati al Premio Galileo per la divulgazione scientifica. Lo scorso anno è uscito “Seconda stella a destra, vite semiserie di astronomi illustri”. Ora ha deciso di parlare delle grandi scoperte e dei grandi quesiti dell’astrofisica.
“Il filo conduttore è l’Universo che non vediamo, da quello oggi reso visibile grazie agli strumenti moderni a quello che ci è ancora oscuro”, dice l’autore. “Spesso le persone mi chiedono informazioni su cosa sia il Big Bang o l’espansione dell’Universo. A volte poi mi chiedono cosa ci fosse prima del Big Bang. Tutti concetti incomprensibili a primo impatto, ma che la gente vuole capire”, aggiunge l’autore, spiegando i motivi che lo hanno portato a occuparsi di divulgazione scientifica.
Ne “Il buio oltre le stelle” l’obiettivo è dare una risposta chiara e semplice proprio a queste domande così frequenti e comuni, ma nello stesso tempo è l’autore per primo che cerca risposte.
“Come cosmologo, la domanda alla quale vorrei dare una risposta è capire che cosa sia l’energia oscura. Ammesso che esista, stabilirne la natura. Si tratta di una delle questioni più grandi non solo della Cosmologia ma anche della Fisica teorica. La difficoltà a trovare la risposta rappresenta il segno di un momento di crisi della fisica fondamentale utilizzata per la comprensione dell’Universo”.