Per 569 giorni, tra il 1996 e il 1997, ha tenuto il mondo intero con gli occhi in sù. Incollati a seguire, per 18 mesi e mezzo, lo stupefacente spettacolo di quella luminosissima scia nel cielo, più splendente di qualsiasi altra stella, eccetto Sirio. Nel suo ultimo passaggio vicino al Sole, la cometa Hale-Bopp, nome in codice C/1995 O1, diventò una celebrità, consacrandosi come la cometa più brillante, la più ammirata e quella visibile a occhio nudo per il tempo più lungo del XX secolo. Sono passati 15 anni da allora, e le luci della ribalta sono ormai un lontano ricordo per Hale-Bopp. La cometa venuta da lontano, dopo averci fatto visita, ha superato il perielio e s’è allontanata di nuovo, proseguendo nella sua epica orbita da 2.500 anni. Al momento si trova oltre l’orbita nettuniana, a più di 30 unità astronomiche dal Sole (cioè 30 volte la distanza Terra-Sole). Sebbene il grande pubblico non si interessi più a lei, alcuni astronomi non l’hanno mai persa di vista e continuano a seguirla nel suo peregrinare verso i confini del Sistema solare. Grazie al potente telescopio da 2,2 metri di diametro dell’Osservatorio Paranal dell’ESO, in Cile, un gruppo di ricercatori guidati da Gyula Szabo è riuscito a distinguere la flebile luce di Hale-Bopp nella moltitudine di corpi celesti che ci separano. La cometa è stata avvistata a 30,7 unità astronomiche. Un altro record: è la distanza più grande a cui è stata mai osservata una cometa.
L’ultimo “check-up” indica che Hale-Bopp sarebbe ormai in punto di morte. Forse si trova già in stato di totale ibernazione, ovvero uno stato nel quale non mostra più alcuna attività. Di sicuro fino al 2007, quando distava 25,7 unità astronomiche, Hale-Bopp era ancora “viva”. Era circondata da una chioma prominente, inequivocabile indizio che, seppur lontana dal Sole, il suo cuore ghiacciato continuava a pompare gas e polveri nello spazio circostante.
“Rispetto alle osservazioni precedenti, l’aspetto generale della cometa è drasticamente cambiato nei tre anni scorsi”, ha detto Szabo, prima firma della ricerca che sarà pubblicata su Astronomy & Astrophysics. Hale-Bopp si è affievolita in modo così marcato da lasciar credere ai ricercatori che abbia interrotto ogni attività. In realtà, un alone di materiale simile a una chioma potrebbe far pensare a una “debole attività” residua. Non è chiaro se si tratti di una nuvola di polvere che la cometa si trascina lungo il cammino, o il risultato di recenti emissioni. I ricercatori hanno calcolato che nel 2007 la temperatura superficiale di questa palla di ghiaccio sporco era di 53,1 gradi Kelvin (-220 °C). Questo studio aiuterebbe a stabilire la soglia oltre la quale le comete simili ad Hale-Bopp passano in modalità “off”.
Morta assiderata o no, di certo la cometa Hale-Bopp non tornerà in vita prima di due millenni, quando rientrerà nel sistema solare interno. A quel punto, baciata dal Sole, riprenderà a spruzzare gas e polvere.