Grandi come Giove, vicini alla loro stella come Mercurio e orbitanti in direzione contraria. Più gli scienziati avanzano nella scoperta di nuovi mondi extrasolari – oltre 500 quelli all’attivo oggi – più aumentano le stranezze nelle quali s’imbattono. Come questi cosiddetti Hot Jupiters, pianeti gioviani caldi, tipologia di pianeta non contemplata nel nostro Sistema solare. Che a ben guardare, sembra decisamente atipico anziché un modello di riferimento standard.
Infatti, non solo il Giove caldo è un rappresentante piuttosto frequente della categoria degli esopianeti, ma spesso questi giganti extrasolari presentano caratteristiche incompatibili per la teoria della formazione planetaria.
La metà si muove lungo orbite disallineate rispetto all’asse di spin della stella madre e addirittura circa il 25 per cento ruota in direzione opposta rispetto alla stella. Un autentico grattacapo per gli astronomi. Questo fenomeno infatti contraddice la teoria secondo cui i pianeti dovrebbero orbitare nella stessa direzione in cui ruota la stella, come avviene, appunto, nel Sistema Solare.
Finora nessun modello è stato in grado di spiegare quest’apparente assurdità che sembra violare le leggi fondamentalidella fisica. A mettere d’accordo, infine, le equazioni e le osservazioni sperimentali è stato un gruppo statunitense, guidato da Smadar Naoz della Northwestern University. Sulle pagine di Nature, gli scienzati hanno annunciato che effettivamente è possibile ottenere questa peculiare configurazione. Sulla base di simulazioni molto complesse, hanno visto che, nel rispetto del momento angolare totale, le perturbazioni gravitazionali esercitate da un altro pianeta gigante, molto più distante dalla stella, possono stravolgere la meccanica orbitale del gemello più vicino al Sole, facendolo procedere nella direzione sbagliata.
“Queste reciproche perturbazioni possono cambiare le orbite dei pianeti”, spiega Frederic Rasio, astrofisico teorico della Northwestern University che ha partecipato allo studio. Nella ricostruzione dei ricercatori, il Giove caldo non si sarebbe formato così vicino al Sole, ma a una distanza simile a quella a cui si trova il nostro Giove. Sarebbe stato l’altro pianeta, più distante e più grande, a interferire, perturbare e “shakerare” il sistema. Con il risultato, sul lungo periodo, di spingere il pianeta gigante interno molto vicino alla stella e ribaltarne la direzione lungo un’orbita molto eccentrica.