A lungo gli scienziati si sono chiesti se su Titano, la principale luna di Saturno, possano prodursi fenomeni atmosferici tali da accendere la scintilla delle reazioni chimiche organiche, creando i precursori della vita, come si ritiene sia avvenuto sulla Terra. Ma di fulmini e scariche elettriche, nel cielo di Titano, neanche l’ombra. Almeno finora, la ricerca non ha trovato alcuna evidenza in senso affermativo. Questa la sconsolata conclusione di un articolo pubblicato su Geophysical Research Letters: non c’è prova di fulmini su Titano e, se avvengono, sono un fenomeno rarissimo.
A darsi la briga di analizzare tutti i segnali radio registrati dalla sonda Cassini fino al suo 72esimo, utimo passaggio ravvicinato intorno alla luna di Saturno, sono stati due caparbi astronomi, Georg Fischer dello Space Research Institute, di Graz, in Austria, e Donald Gurnett della University of Iowa statunitense. Già nel 2007, avevano setacciato i “nastri” dei primi 35 fly-by di Titano in cerca di fulmini, senza successo.
“Occorre grande cura nell’interpretazione dei segnali esplosivi, a causa delle interferenze della sonda, delle emissioni radio solari, fluttuazioni di background che possono qualche volta mimare lo scoppio di un fulmine”, scrivono gli autori. “Durante tanti fly-by di Titano, abbiamo registrato forti emissioni radio di fulmini, provenienti però da Saturno, si possono distinguere facilmente da potenziali fulmini su Titano perché l’intensità non precipita con l’aumentare della distanza da Titano”.
Tutti gli sforzi di rilevare su Titano un fenomeno analogo a quello che fa lampeggiare il cielo in tempesta di Saturno sono stati vani. Un buco nell’acqua. Tuttavia, nonostante la delusione “astronomica”, i ricercatori continueranno ad analizzare i dati della navicella Cassini, finché sarà operativa. La missione, realizzata in collaborazione tra NASA, ESA e ASI, con un’importante partecipazione degli scienziati e astronomi italiani, è partita nel lontano 1997 e sta lavorando così bene intorno al sesto pianeta del Sistema solare e la sua luna che è stata estesa fino al 2017.