Difficile passare inosservati quando si è brillanti e strani. È il caso di uno dei cinque pianeti nani dal Sistema solare che, al di là di Nettuno, percorre la propria orbita accompagnato da due piccole lune. Con l’insolito nome di una divinità hawaiana e la forma di un pallone da rugby, Haumea si mostra particolarmente luminoso. Il merito è dello strato di ghiaccio d’acqua superficiale che riflette la radiazione solare.
Proprio quest’ultima, secondo gli astronomi, avrebbe dovuto influire sulla struttura del ghiaccio stesso, rendendolo amorfo, ovvero non cristallizzato. Invece, grazie alle osservazioni effettuate con il Very Large Telescope (VLT) dell’ESO, in Cile, risulta che il 75% della superficie di Haumea e il 100% di quella di Hi’iaka (una delle sue due lune) è coperto di ghiaccio cristallizzato, ovvero ghiaccio in cui le molecole d’acqua sono disposte secondo strutture ordinate. “Poiché la radiazione solare distrugge costantemente la struttura cristallina del ghiaccio superficiale” spiega Benoit Carry, coautore dello studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, “ sono necessarie delle fonti di energia perché si mantenga tale”.
Sono così stati ipotizzati due fenomeni energetici che potrebbero interessare questo freddo sistema: da una parte processi radioattivi interni in grado di generare isotopi come l’uranio 238, dall’altra l’azione delle forze di marea fra Haumea e i suoi due satelliti, forze che generano attriti interni e quindi calore, ovvero energia. Tuttavia “non tutto è chiaro quello che luccica” perché sulla superficie di Haumea è presente anche una macchia che agli infrarossi appare più scura: la sua natura non ha ancora trovato una spiegazione anche se potrebbe trattarsi di una regione in cui la cristallizzazione del ghiaccio è ancora più marcata.
Le osservazioni di VLT rivelano anche altri particolari che necessitano spiegazioni, riguardanti ad esempio l’orbita di Haumea intorno al Sole, un po’ troppo inclinata, e quella delle sue lune che, insolitamente, non si trovano sullo stesso piano orbitale. Queste evidenze, unite alla strana forma schiacciata del pianeta nano, porterebbero a far pensare che in passato si sia verificato uno scontro con un altro corpo roccioso.
Osservato per la prima volta nel 2003, con un diametro approssimativo di 2.000 Km, Haumea è stato successivamente classificato come pianeta nano, categoria di cui fanno parte anche Plutone, Eris, Makemake e Cerere.