Astronauti con anticorpi in confusione. I lunghi viaggi spaziali indebolirebbero il sistema immunitario. Andare su Marte è quindi difficile non solo dal punto di vista tecnologico e psicologico ma anche medico.
Ad affermarlo sono ricercatori francesi secondo i quali gli anticorpi necessari per difendersi da infezioni e malattie potrebbero essere seriamente compromessi durante un lungo viaggio spaziale. La ricerca è apparsa sul giornale on line Faseb, il giornale della Federazione delle società americane per la sperimentazione biologica.
I ricercatori francesi hanno condotto la sperimentazione sugli anfibi, che hanno una produzione di anticorpi simile a quella umana. Di tre gruppi, il primo è stato immunizzato nello spazio, il secondo a terra e il terzo non è stato immunizzato. Le analisi condotte hanno dimostrato come la produzione di anticorpi negli anfibi vaccinati nello spazio fosse molto diminuita, confermando l’ipotesi che le condizione di volo spaziale incidono sul sistema immunitario umano rendendo più soggetti a patologie gli astronauti.
“Questa ricerca dimostra – dice Millie Hughes-Fulford, Ph.D., NASA Science Astronaut – da una parte come nell’ambiente spaziale le ipermutazioni avvengono con una frequenza più bassa e dall’altro confermano come l’efficienza del sistema immunitario dipenda anche dalla gravità”.
“È quanto si suppone da tempo – dice Vittorio Cotronei, medico dell’Agenzia Spaziale Europea – ed è quanto confermato parzialmente da alcuni esperimenti sia in vivo che in vitro a terra ed altri nello spazio. Ovvero il sistema immunitario sembra subire le conseguenze del volo spaziale (o della simulazione a terra) e rispondere in maniera meno efficiente. Dunque le difese contro agenti infettanti sembrerebbero essere meno valide determinando una maggiore tendenza alle infezioni. D’altra parte è anche noto che lo stress induce una risposta immunitaria meno efficiente e certamente il volo spaziale è una condizione stressante sia fisicamente che psicologicamente. Resta dunque da valutare nel suo insieme come il sistema immunitario possa adattarsi alle condizioni del volo spaziale, considerando vari aspetti, compresi gli effetti nutrizionali, le radiazioni, il carico di lavoro”.