Era in assetto stow, la posizione di riposo, quella più sicura in caso di maltempo. Ma nulla ha potuto contro la furia degli elementi. La pioggia, la grandine, la campagna devastata. Le raffiche di vento così forti da sradicare persino una struttura della fattoria didattica della cooperativa LACME, i cui edifici ospitano il Centro Visite. Fino a che una raffica più intensa delle altre, «una mezza tromba d’aria» racconta ora chi era presente, attorno alle 11 di ieri mattina ha messo letteralmente in ginocchio l’antenna del radiotelescopio. «Si è generato un effetto vela che ha determinato una sollecitazione tale causare il distacco di una saldatura del sostegno. E l’antenna è crollata, danneggiando in maniera significativa il riflettore primario. Per l’elettronica siamo ancora in fase di verifica», spiega Marco Poloni, tecnologo dell’INAF-IRA di Bologna.
Ad andare in frantumi con il crollo dell’antenna, anche i sogni delle migliaia di appassionati del cielo che, da un anno e mezzo circa, si affidavano al suo “orecchio elettronico” a 1.4 GHz per captare il mormorio di radiosorgenti come Cygnus-A. O per calcolare la distribuzione dell’idrogeno neutro nella nostra galassia. Funzionava talmente bene che avevano addirittura in programma, nell’ambito del progetto europeo Radionet, di metterla in rete con altre antenne baby per osservazioni di tipo interferometrico. Ora è tutto sospeso, rinviato a data da destinarsi.
Subisce così una precoce battuta d’arresto la gloriosa carriera di SmaRT, lo Small Radiotelescope, un piccolo radiotelescopio a scopo didattico operativo da circa un anno e mezzo presso il Centro Visite della Stazione di Medicina (BO) dell’INAF-IRA di Bologna. Per quanto di dimensioni e costi incomparabilmente ridotti rispetto ai radiotelescopi professionali, lo Small Radiotelescope, con la sua parabola da tre metri di diametro a completa disposizione del pubblico, stava dando grandi soddisfazioni alle migliaia di studenti e appassionati che ogni anno, entusiasti, frequentano la Stazione di Medicina, il cui Centro visite riscuote sempre più successo.
«Abbiamo dalle tre o quattro scolaresche a settimana in su, a volte anche più visite al giorno. Il sabato e la domenica, poi, arrivano le comitive, di qualsiasi età, dai 4 ai 90 anni», dice Alessandra Zanichelli, ricercatrice dell’INAF-IRA di Bologna. E SmaRT, insieme alla “macchina dei colori” (un monitor che permette di “vedere” là dove i nostri occhi non possono arrivare, dalle onde radio ai raggi gamma), era una fra le attrazioni più gettonate. «Ce lo ha donato il Comune di Medicina, in provincia di Bologna. Credo sia costato circa 10mila euro. La nostra intenzione è di metterlo a disposizione delle scuole anche per osservazioni in remoto, così da permettere agli studenti di replicare esattamente quello che facciamo noi professionisti, dalla call for proposal al progetto di ricerca. Insomma, bisogna assolutamente ripararlo».