Si chiama Geminga, dalla costellazione Gemini e dai raggi gamma che emette, ma anche Gh’è Minga, in onore agli scienziati milanesi che hanno contribuito non poco al suo studio, a partire da Giovanni Fabrizio Bignami e, in particolare, da Patrizia Caraveo, direttrice dello IASF-INAF di Milano e premiata lo scorso anno dal Presidente Napolitano proprio per il lavoro svolto su questo oggetto celeste. Geminga è una pulsar, una stella di neutroni che gira velocemente su se stessa 5 volte al secondo. Ma non solo, è il prototipo di una classe di pulsar molto particolare, le cosiddette pulsar radio-quiete, cioè che non producono emissioni radio, peculiarità di questi oggetti celesti. Identificata all’inizio degli anni ’90, questa pulsar che si trova a “soli” 600 anni luce circa dalla Terra, astronomicamente vicino, è oggetto di studio da parte di pulsaristi di tutto il mondo.
Tra questi Alberto Pellizzoni, ricercatore dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari dell’INAF, autore di un recente studio su Geminga, che apparirà a breve su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Lo studio prodotto insieme ai colleghi dell’OA di Cagliari, Federica Govoni, Paolo Esposito, Matteo Murgia e Andrea Possenti , ha portato ad un’importante novità, come ci spiega lo stesso ricercatore. “Per decenni – dice Pellizzoni – numerosi gruppi hanno cercato senza successo segni di emissione radio da questa strana pulsar. Da una collaborazione interdisciplinare tra il gruppo di astrofisica delle alte energie e di radioastronomia dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari, si è giunti alla clamorosa e inaspettata detezione di un segnale radio molto significativo da Geminga, grazie a profonde osservazioni ottenute con il Very Large Array (VLA), una delle principali reti di radio-telescopi al mondo”.
Insomma Geminga produce emissioni radio, ma sembra essere l’origine di queste emissioni radio a porsi come un nuovo mistero da affrontare. “Riteniamo di poter escludere con buona probabilità – continua Pellizzoni – che possa trattarsi della tipica emissione delle pulsar, cioè radiazione pulsata proveniente dalla magnetosfera, ma anche la possibile origine associata ad una ipotetica nebula radio-emittente (una Pulsar Wind Nebula) che circonda la stella di neutroni è difficile da giustificare in modo semplice con i modelli attuali”.
Insomma Geminga continua a stupire e incuriosire. Secondo lo studio questa tipologia di emissioni radio potrebbe essere apprezzabile solo nelle pulsar “radio quiete” altamente energetiche e a noi molto vicine, come è appunto Geminga. Solo nuove osservazioni e studi radio di Geminga, che continueranno grazie all’Extended Very Large Array, una versione potenziata del VLA, permetterà di confermare o meno la natura diffusa o meno dell’emissione e di studiarne la struttura.
“Certo è – conclude il ricercatore – che Geminga, nonostante il nome, non può proprio più essere considerato un oggetto radio-quieto”.