CON QUESTA MISSIONE SI CHIUDE L’ERA DELLO SHUTTLE

Atlantis, andata e ritorno senza appello

È la missione 135. Dopo trentanni, 355 uomini e 179 satelliti, lo shuttle affronta la sua ultima missione prima di essere messo a riposo. Si chiude un'era ma non finisce un sogno per l'amministratore della NASA. A bordo dello shuttle anche il modulo dell'ASI, Raffaello.

     08/07/2011

Un milione di persone entusiaste con un applauso fragoroso hanno salutato il lancio dell’ultimo shuttle. Eppure si era temuto che potesse essere rinviato causa condizioni meteorologiche. A 31 secondi dalla fine il count down si è bloccato ed è ripartito soltanto due minuti dopo.

Due interminabili minuti,scanditi da un silenzio irreale. Alla fine si è rivelato un fermo tecnico previsto fin dalle prime ore del mattino e relativo ad alcuni controlli sul caricamento del propellente.

Ora la navetta Atlantis è in volo verso la Stazione Spaziale Internazionale per la 37/ma e ultima volta. A bordo ci sono ”gli ultimi quattro”: al comando di Chris Ferguson ci sono il pilota Doug Hurley e gli specialisti di missione Sandy Magnus e Rex Walheim.

Nella stiva della navetta c’e’ anche un po’ di Italia, con Raffaello, il modulo realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana per la NASA, costruito dalla Thales Alenia Space.

Dopo 135 voli e trentanni di carriera lo shuttle va in pensione, e il bilancio sembra essere comunque positivo, nonostante gli enormi oneri finanziari che questo programma ha comportato e le due tragedie che hanno caratterizzato la sua era, il Challenger nel 1986 e il Columbia nel 2002.

Lo shuttle ha portato nello spazio 355 uomini, 179 fra satelliti e componenti della Stazione Spaziale per un totale di oltre 1.700 tonnellate e con un costo complessivo che ha superato 196 miliardi di dollari.

A termine della missione si chiuderà un’era iniziata nel 1976 con il primo degli shuttle, l’Enterprise, che non volò però mai perché troppo pesante.

Guarda il lancio dello shuttle Atlantis

Guarda Sidereus con l’opinione di Roberto Giovannini de La Stampa