LA FINE DELLO SHUTTLE E LE NUOVE STRATEGIE

Guidoni: lo Spazio si chiama ancora NASA

Asteroidi e Marte nel mirino della NASA, vettori per volo umano in orbita bassa in mano al settore commerciale e ai militari. La Luna non c'è più e l'Europa potrebbe avere un ruolo. Ad un terzo dell'ultima missione dello shuttle a colloquio con Guidoni e Bignami per capire il futuro dello spazio, americano e non

     12/07/2011

Lo shuttle Atlantis è a un terzo della sua missione, poco meno visto che è stata prolungata di un giorno. Una missione particolare, come si è molto scritto e detto in questo giorni, perché l’ultima dello shuttle.

Qualche giorno prima del lancio l’amministratore della NASA, Charles F. Boden, ha parlato pubblicamente del futuro della NASA, riprendendo le parole già del Presidente Obama e affermando che l’agenzia spaziale americaca non avrebbe comunque perso la sua leadership. La fine dello shuttle sarebbe stata compensata da un impegno più forte nella ricerca astronomica e astrofisica e che soprattutto l’obiettivo primario diventava la conquista umana di Marte.

Umberto Guidoni, classe 1954, è stato due volte nello spazio, in entrambe le occasioni con lo shuttle ed ha vissuto undici anni negli Stati Uniti, in quel mondo che si chiama NASA, un mondo che conosce bene.

“Credo che Boden abbia fatto i conti con quella che definiamo l’orbita bassa, capendo che questo è ormai un ambito tecnologicamente maturo da essere lasciato in mano alle imprese commerciali e ai militari” commenta l’astronauta. “Con l’arrivo dei privati lo sviluppo di nuovi lanciatori o navette per la stazione spaziale sarà a carico dei privati, che dovranno farsi capirco non solo della parte di sviluppo tecnologico ma anche delle infrastrutture e della loro gestione. La NASA comprerà il volo solo quando servirà con un risparmio di costi notevole. E se è vero che questa prima fase comporta investimenti statali, alla lunga ne sarà avvantaggiata. E poi ci sono i militari, anche loro stanno sviluppando sistemi di accesso umano allo spazio. Diciamo che – conclude Guidoni – l’orbita bassa, quella della Stazione Spaziale Internazionale, non è più un ‘terreno’ di frontiera”.

“Così facendo – continua l’ex parlamentare europeo -la NASA e gli Stati Uniti hanno assicurato una lunga esistenza alla Stazione Spaziale Internazionale, una scelta importante, che peraltro ha tranquillizzato l’europa impossibilitata a gestire da sola un carico simile”.

“A fronte di questo – conclude l’astronauta Umberto Guidoni – Boden e Obama hanno messo in primo piano la conquista umana di Marte. Il progetto Luna è abbandonato e se si parla di fasi intermedie queste riguardano gli asteroidi. D’altronde il programma lunare di Bush l’america di oggi non era in grado di affrontarlo economicamente e il programma di Marte permette di spostare in avanti nel tempo gli investimenti e di fare una pianificazione a più lungo termine”.

Prende molto sul serio le parole di Obama Giovanni Fabrizio Bignami secondo il quale “il Presidente Obama è uno che parla a ragion veduta. Naturalmente, il Presidente propone e il Congresso dispone…capiremo che fanno sul serio quando sentiremo la parola nucleare venir fuori chiara per il nuovo sistema di propulsione”.

Secondo Bignami “la Luna non è mai stato un obiettivo vero e lo ha dovuto ammettere lo stesso Dordain (Direttore Generale ESA ndr). Immaginiamo se  in Europa adesso avessimo un ATV capace di trasporto umano da lanciare con un Ariane V. Un’ipotesi non certo campata in aria. Saremmo una formidabile alternativa ai russi per la ISS e partiremmo con la NASA. L’Europa – conclude l’ex presidente dell’ASI – deve rompere le catene mentali che la limitano nella strategia spaziale”.