Manca esattamente una settimana al lancio della missione Juno della NASA dedicata allo studio di Giove, il più grande dei pianeti del nostro Sistema solare. Tutto sembra procedere secondo la tabella di marcia: nei giorni scorsi la sonda è stata agganciata con successo al potente razzo Atlas V551 che la lancerà fuori dell’atmosfera terrestre, dando inizio al suo lungo viaggio che la porterà, nel 2016, ad entrare nell’orbita di Giove e quindi ad iniziare la sua attività scientifica vera e propria.
Juno ci darà una visione dettagliata del pianeta e dell’ambiente ad esso circostante. E questo grazie al suo straordinario equipaggiamento, composto da ben 10 strumenti scientifici. Tra questi, due sono stati forniti dall’Agenzia spaziale Italiana. Il primo è Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), sviluppato con il supporto scientifico dell’INAF (Il PI è Angioletta Coradini dell’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Roma), uno spettrometro a immagine, in grado di studiare la composizione chimica di Giove e della sua atmosfera. KaT (Ka-Band Translator), realizzato da Thales Alenia Space Italia con il supporto del team scientifico dell’Università di Roma “La Sapienza”, sarà dedicato allo studio sulla composizione interna del pianeta e sul suo campo gravitazionale.
Dopo otto anni di sviluppo della sonda, il “gran giorno” sta dunque per arrivare. E l’attesa è davvero grande: conoscere a fondo Giove sarà decisivo non solo per avere una visione migliore del nostro Sistema solare, ma anche per caratterizzare con maggior precisione le proprietà degli esopianeti di tipo gassoso che popolano l’universo.
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