Non è sempre oro quello che luccica, ma a volte è vero anche il contrario. Come nel caso di una piccola galassia nelle vicinanze della nostra Via Lattea: pur brillando assai poco, si è rivelata essere una ricca miniera per le ricerche degli astronomi. Segue 1, questo il suo nome, raggruppa in sé approssimativamente un migliaio di stelle, davvero una piccola manciata se confrontata con le centinaia di miliardi che si stima facciano parte della nostra galassia. Tuttavia, andando oltre alle apparenze, si scopre che raggruppa in sé molta più massa di quella che mostra attraverso le proprie stelle, ben 3400 volte di più. Se ne sono accorti alcuni astronomi guidati da Marla Geha, della Yale University, e Joshua Simon, della Carnegie Institution di Washington, utilizzando il telescopio Keck II delle Hawaii: i loro risultati sono pubblicati su The Astrophysical Journal.
A rivelare che in Segue 1 c’è molto di più di quanto appaia, sono state proprio le sue stelle, che si muovono risentendo dell’influenza gravitazionale di una massa totale decisamente maggiore rispetto a quella osservabile. In Segue 1 prevale quindi la materia non visibile, quella che i telescopi non riescono a rilevare, quella materia la cui presenza si può intuire osservandone gli effetti gravitazionali: si tratta della materia oscura. È come se Segue 1 fosse una grande nube di materia oscura adornata qua e là da qualche stella luminosa.
Ma le sorprese che questa piccola galassia aveva in serbo non finiscono qui: tornando a rivolgere l’attenzione alle sue stelle, il gruppo di Geha e Simon ha scoperto che ce ne sono di inaspettatamente molto vecchie. Si tratta di stelle la cui formazione è avvenuta a partire da nubi di gas povere di elementi pesanti, in un periodo in cui questi erano ancora relativamente poco abbondanti nell’allora “giovane” Universo. Di queste stelle, nella Via Lattea, ne sono state trovate finora soltanto 30, mentre in Segue 1 ben 3 su un totale di 7 esaminate.
Pur non dando nell’occhio, quindi, questa galassia non verrà sicuramente persa di vista: potrebbe rivelarci molto sia sulla natura della enigmatica materia oscura che su quella delle stelle primordiali.
Per saperne di più: