Una tempesta solare vista nei minimi dettagli mentre è in viaggio verso la Terra alla velocità di oltre un milione di chilometri all’ora. La ricostruzione è stata realizzata dai ricercatori del Southwest Research Institute e del National Solar Observatory, partendo dai dati e dalle riprese di una sonda della missione STEREO che nel 2008 ha tenuto sotto osservazione una eruzione solare.
In termini tecnici si è trattato di una espulsione di massa coronale, o CME (da Coronal Mass Ejection), che vista da Terra può essere definita come una sorta di tempesta solare. Le immagini ottenute da quelle riprese mostrano il flusso di plasma e altre particelle emesso dalla CME mentre scorre e cambia forma nel corso dei tre giorni di viaggio impiegati per arrivare sino a noi.
Come descritto nel relativo articolo pubblicato sull’Astrophysical Journal, è emerso come il flusso prodotto dalla CME non sia uniforme ma presenti continui cambiamenti di forma dovuti all’interazione con il campo magnetico del Sole: in alcuni punti sono presenti zone di vuoto, in altre piccole bolle e strutture a V. Così per la prima volta abbiamo visto la struttura fine di una tempesta solare e, sempre per la prima volta, siamo stati in grado di risalire alla parte di corona solare dalla quale ha avuto origine.
Per ottenere questa ricostruzione i ricercatori hanno dovuto lavorare per molti mesi sulle immagini ottenute dalla sonda, applicando su ognuna un insieme di tecniche di elaborazione grafica necessarie per mettere in evidenza i dettagli, altrimenti non visibili perché “sommersi” dalla luce circostante. Basti pensare che la luminosità delle piccole bolle è a malapena 10 miliardi di volte inferiore a quella della luna piena e 10.000 volte più debole della luce dovuta al fondo stellato.
Non soprende quindi che solo oggi vediamo pubblicati i particolari di una tempesta avvenuta ormai ben tre anni fa.