Dalle deboli comete del Sistema solare ai pianeti lontani e appena formati, dalle regioni di formazione stellare alle galassie dell’universo profondo: se il telescopio spaziale James Webb (JWST) potrà studiare tutto questo, sarà grazie a uno dei suoi strumenti di bordo, costruito in larga parte in Europa. Si tratta di MIRI, ovvero Mid-InfraRed Instrument, che nei giorni scorsi ha completato e superato brillantemente i test di calibrazione, effettuati in Inghilterra.
MIRI si concentrerà sulla radiazione infrarossa raccolta dallo specchio del James Webb (la cui superficie è pari a sette volte quella dello Hubble) focalizzandola su un rilevatore estremamente sensibile fornito dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, il tutto a temperature estremamente basse: -266° C. È per garantire che ogni sua componente funzioni in maniera adeguata in queste condizioni proibitive che era necessario sottoporre lo strumento a numerosi e accurati test. MIRI li ha superati brillantemente, dimostrando di poter affrontare la ricerca di frontiera per la quale è stato progettato. Lo strumento è inoltre il primo, fra i quattro destinati al JWST, a raggiungere e superare questo importante traguardo costituito da oltre 2000 singoli test.
Ora MIRI affronterà il viaggio che lo porterà negli Stati Uniti, presso il Goddard Space Flight Center della NASA, dove lo attendono i test finali oltre alle procedure per il suo accomodamento sulla struttura del telescopio spaziale.
MIRI è uno strumento del quale l’Agenzia Europea, che collabora al progetto JWST assieme alla NASA e alla Canadian Space Agency fin dal 1996, può andare orgogliosa fin d’ora.