La trama sembra tratta pari pari da Blow-Up, la pellicola cult degli anni ‘60 di Michelangelo Antonioni. Ma questa volta è tutto vero, seppur con una differenza non da poco: là era la scena d’un delitto, a finire nell’inquadratura dell’inconsapevole fotografo. Qui è l’esplosione d’una stella. Per la precisione, PTF 11kly, quella che pochi giorni fa avevamo battezzato, proprio qui su Media INAF, la “supernova dell’estate”. A immortalarla senza saperlo, prima ancora che gli astronomi del Palomar Observatory ne dessero notizia, un’astrofila genovese, Marina Costa, responsabile per la didattica dell’Osservatorio astronomico del Righi e appassionata di astrofotografia.
«Quella sera mi trovavo all’agriturismo La Maliarda», ricorda Marina Costa, «dove quest’estate, con l’Osservatorio del Righi, abbiamo organizzato diverse attività con il nuovo Planetario. Stavo facendo fotografie al cielo, la mia passione. Così, intorno alle 21.45, ho puntato il mio piccolo rifrattore da 75 millimetri verso la galassia M101, senza sapere assolutamente che ci fosse una supernova. E ho fatto 7 scatti raw. Solo il lunedì successivo ho scoperto che in quella zona del cielo c’era una supernova. Insomma, l’ho fotografata prima di saperlo. E solo ieri notte [il 31 agosto, NdA], parlando via mail con gli esperti del Monte Palomar, ho avuto conferma che la mia foto è antecedente alla loro segnalazione: mentre scattavo, l’avevano già fotografata, ma ancora non avevano diramato alcun avviso».
Marina Costa, quella porzione di cielo che contiene la galassia M101, l’aveva già immortalala qualche settimana prima, il 9 agosto. Così, mettendo a confronto le immagini scattate prima e dopo, è ora possibile identificare chiaramente la supernova: un puntino sbiadito al di sotto della galassia, che prima non c’era e poi, improvvisamente, fa la sua comparsa. All’Osservatorio del Righi c’è ora una comprensibile euforia, per queste che sono fra le primissime immagini al mondo – forse le prime in assoluto – dell’esplosione avvenuta a 21 milioni d’anni luce dalla Terra. Al punto che già c’è chi chiede di aggiornare il Planetario, così da rendere conto della nuova luce apparsa in cielo. E come dargli torto? Avere la possibilità, durante gli incontri didattici, di farsi indicare e spiegare l’origine e la storia di quel puntino luminoso da Marina Costa in persona, è una di quelle opportunità che non si possono proprio perdere.
Per saperne di più:
- Ascolta l’intervista di Media INAF a Marina Costa, che spiega anche in dettaglio la strumentazione utilizzata per le sue fotografie