È l’oscar dell’astrofisca, o meglio una sorte di Nobel dedicato. È il prestigioso premio per l’Astronomia della Fondazione Shaw di Hong Kong e per la prima volta nella sua storia è andato ad un italiano. L’annuncio è dello scorso giugno ma è stata oggi la cerimonia di consegna, avvenuta ad Hong Kong. Nella foto i vincitori nei diversi campi di attività per i quali è assegnato il premio.
L’italiano è Enrico Costa, dello IASF-INAF di Roma a cui è stato assegnato il premio, ad ex-aequo con l’americano Gerald J. Fishman, del Marshall Space Flight Center (MSFC) della NASA, “per la sua leadership nelle missioni spaziali che hanno permesso di dimostrare l’origine extragalattica dei Gamma Ray Burst (GRB), considerati le sorgenti più brillanti nell’Universo”.
Nel 1997 un gruppo di ricercatori coordinato da Enrico Costa ha scoperto, osservando con il satellite italo-olandese BeppoSAX, che l’emissione principale dei GRB è seguita da un’emissione secondaria, più debole e di più bassa energia, ma osservabile per molti giorni. Questa “coda” di emissione, denominata afterglow, prosegue per molti giorni ed è visibile dai satelliti per raggi X e anche dai telescopi a Terra. L’osservazione con i telescopi dell’afterglow dei GRB permette di misurare la loro distanza e, in questo modo, si è trovato che sono tra gli oggetti astrofisici più lontani e che la loro emissione è l’esplosione più intensa dai tempi del Big-Bang. Con il satellite BeppoSax si riuscì dunque, per la prima volta, a misurare la distanza di una gamma ray burst.
Il satellite, protagonista di questa scoperta, era il frutto di una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia Olandese per i Programmi Spaziali (NIVR).
Sulla base dei risultati ottenuti con Bepposax, sono stati realizzati altri satelliti che studiano le alte energie dell’universo, dall’italianissimo AGILE agli americani Swift e Fermi il cui contributo scientifico italiano è rilevantissimo.
Il premio della Fondazione Shaw non è il primo riconoscimento assegnato ad Enrico Costa per tale scoperta. Nel 1998, infatti, Enrico Costa e il team del satellite BeppoSAX hanno ricevuto il premio intitolato a Bruno Rossi e assegnato dalla High Energy Astrophysics Division dell’American Astronomical Society. Il team del satellite BeppoSAX, coordinato per l’Italia da Enrico Costa, Marco Feroci, Filippo Frontera, Luciano Nicastro, Elena Pian e Luigi Piro, ha successivamente ricevuto nel 2002 il Premio Cartesio dell’Unione Europea, che ha voluto riconoscere l’Eccellenza nella Ricerca Scientifica della misura della distanza delle “più grandi esplosioni dell’universo dai tempi del Big Bang”. La Società Italiana di Fisica, infine, ha assegnato ad Enrico Costa e Filippo Frontera il premio Fermi nel 2010, sempre per la misura della distanza dei GRB effettuata dal satellite BeppoSAX.
Soddisfatto ovviamente il premiato: “È un premio dato ogni anno per 3 discipline: l’Astrofisica, le scienze della vita e la matematica. Il comitato dei selezionatori è internazionale. Il premio, assegnato da una fondazione con sede ad Hong Kong, è molto generoso ed è in qualche modo modellato sul premio Nobel” ricorda Costa, che non nasconde quanto, pur essendo stato premiato in precedenza per tale risultato, sia rimasto sorpreso dall’attribuzione del premio Shaw.
Grande soddisfazione è quella espressa dal Presidente dell’INAF, Giovanni Bignami, già tra i promotori e sostenitori del satellite BeppoSax quale direttore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana e a cui si deve anche il satellite AGILE. “Le mie congratulazioni a Enrico per il grande lavoro che lui, e tanti colleghi con lui, hanno svolto nel campo delle alte energie, ma anche la conferma dell’eccellenza della ricerca italiana e della valenza internazionale che l’INAF ha nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica”.
Ascolta Enrico Costa a Storie dall’Astromondo