Ci sono stelle che appaiono più giovani di quanto non siano: sono le cosiddette blue straggler. A causa della loro apparente giovinezza sono state causa di dibattiti fin dalla loro scoperta, avvenuta nel 1953.
Le stelle che appartengono a uno stesso ammasso stellare dovrebbero avere tutte la stessa età, blue straggler comprese. Queste ultime invece, sono decisamente fuori dagli schemi anzi, “fuori dai grafici”. Nel momento in cui si voglia disegnare il diagramma (nello specifico quello di Hertzsprung- Russel) che mostri come sono distribuite le stelle di un ammasso tenendo conto, per ciascuna, di luminosità e temperatura, le eventuali blue stragglers presenti vanno a disporsi al di fuori della curva seguita da tutte le altre. È in questo loro stare distaccate dal gruppo che ha origine il nome che le identifica, straggler, vagabonde. Blu è invece il colore caratteristico delle stelle giovani.
Le ipotesi proposte per spiegare la natura delle vagabonde blu erano rimaste tali per la mancanza di sufficienti dati osservativi con cui effettuare i dovuti test. Questa lacuna è stata colmata di recente grazie al lavoro di due astronomi della Northwestern University e della University of Wisconsin-Madison che, utilizzando i dati del WIYN Observatory di Tucson, Arizona, hanno preso in esame 21 blue straggler appartenenti all’ammasso NGC 188, contenente circa 3000 stelle.
Lo studio, pubblicato su Nature, ha permesso di scartare due delle tre spiegazioni considerate plausibili fino ad oggi: le blue straggler non hanno origine dalla collisione, né dalla fusione di due stelle. Sembra invece che abbiano accresciuto su di sé il materiale appartenente a un’altra stella. Queste false giovani apparterrebbero a sistemi binari, avrebbero cioè una compagna che, pur non essendo stata osservata, ha fatto rilevare la sua presenza influendo gravitazionalmente sulla blue straggler stessa. Si ritiene che la parte “invisibile” della coppia possa essere una nana bianca, visto che la massa stimata a partire dai disturbi gravitazionali che esercita è pari a circa la metà di quella del Sole.
Per avere la prova decisiva che le cose stanno realmente così, il passo successivo è cercare di osservare direttamente le presunte nane bianche. Per questo verrà utilizzato il telescopio spaziale Hubble che, sensibile alla loro radiazione ultravioletta, dovrebbe essere in grado di individuarle, smascherando una volta per tutte il trucco di giovinezza delle blue straggler.