Acqua liquida potrebbe essercene stata, ma solo nel sottosuolo. E questo fin dalle epoche più remote. La storia geologica delle interazioni fra l’acqua e le rocce marziane, una relazione che ha avuto inizio almeno 3.7 miliardi d’anni fa, è scritta sull’argilla. Ed è proprio analizzando i dati sui minerali argillosi raccolti dal Mars Reconnaissance Orbiter della NASA che un gruppo di scienziati, guidato da Bethany L. Ehlmann della Université de Paris-Sud XI, ha cercato di ricostruire le condizioni ambientali presenti su Marte nel lontano passato.
Se le argille marziane si fossero formate in modo simile a quelle rinvenibili sulla Terra – cioè a seguito di fenomeni meteorologici che agiscono a livello del suolo – questo significherebbe che, in passato, la superficie di Marte era più calda e umida di quanto non sia oggi. Ma ciò che Ehlmann e colleghi suggeriscono è che, al contrario, le argille marziane si siano formate per lo più nel sottosuolo, grazie alla presenza di acqua calda sotterranea. Acqua che solo occasionalmente, in epoche remote e per brevi periodi, potrebbe essere affiorata in superficie. I dati disponibili, sostengono gli autori, sembrano infatti indicare che le odierne condizioni ambientali che si registrano in superficie, caratterizzate dal freddo e dall’aridità, non siano sostanzialmente mutate nel corso degli ultimi quattro milioni di anni. Niente laghi e fiumi d’acqua tiepida, dunque, nemmeno agli albori della storia di Marte, se non confinati nelle viscere del pianeta.
Per saperne di più:
- Leggi l’articolo “Subsurface water and clay mineral formation during the early history of Mars“