SGUARDI PUNTATI SULLE GALASSIE

I tanti occhi di Galaxy Zoo

Guardare e classificare parecchie migliaia di immagini di galassie: è un lavoro per cui gli scienziati hanno chiesto l’aiuto di volonterosi appassionati e per il quale si sono dimostrate utilissime le potenzialità di Google Maps Sky.

     04/11/2011

Quando le immagini da mettere in ordine sono davvero tante, è meglio avere molti occhi a disposizione: è questa, in sintesi, la strategia messa in atto dal progetto Galaxy Zoo. Le immagini in questione sono di galassie e appartengono al ricco catalogo astronomico della Sloan Digital Sky Survey. Gli occhi che osservandole attentamente hanno permesso di intraprendere il paziente lavoro di classificazione, sono quelli di scienziati americani e europei, ma anche di circa 200.000 volontari che scienziati non sono. Questa unione di forze ha già portato a interessanti risultati. Nell’ambito del progetto, infatti, il lavoro fatto da un sottogruppo di volontari, ha contribuito a mettere in luce alcune caratteristiche di un particolare tipo di galassie, quelle a spirale barrata. Si tratta di sistemi in cui le stelle, oltre a essere distribuite secondo dei bracci ricurvi che nel complesso danno alla galassia l’aspetto di una spirale, formano una sorta di barra che sembra tagliare la galassia attraversandone il centro. Anche la nostra Via Lattea ha questo aspetto.

Nell’ambito del progetto Galaxy Zoo, con l’aiuto dei volontari, sono state misurate con estrema accuratezza le barre di ben 3150 galassie e i valori ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Dal punto di vista “tecnologico”, questo tipo di lavoro comunitario e in stile 2.0 è stato possibile anche grazie alla possibilità di usare una risorsa libera e alla portata di tutti: si tratta di Google Maps Sky che ha permesso di guardare il cielo, e in particolare le galassie in esame, nella loro posizione, senza perdere l’orientamento. I tanti occhi impegnati, il lavoro di gruppo e l’utilizzo di interfacce online, oltre a classificazioni e misure, ha portato soprattutto risultati di valore scientifico. Grazie a quanto fatto nell’ambito del progetto è emerso che le barre delle galassie sono formate da stelle più rosse e quindi più vecchie, rispetto alle altre regioni. Non solo: le galassie il cui nucleo è più esteso hanno anche le barre più lunghe. Si tratta di aspetti che non sarebbero venuti alla luce senza un lavoro molto paziente e attento che gli scienziati, da soli, avrebbero impiegato molto tempo per portare a termine.