A prima vista, può sembrare un normale sasso di ragguardevoli dimensioni (circa un metro e mezzo), tranquillamente adagiato su una superficie desertica. Basta una seconda occhiata, per capire quanto questo sasso sia speciale. Si chiama “Ridout” ed è situato sulla superficie di Marte.
È il 13 agosto 2011, quando il rover Opportunity, al suo 2685° giorno di lavoro, scatta questa fotografia. Dopo sette anni di missione e oltre 33 chilometri percorsi su Marte, Opportunity ha finalmente raggiunto il suo secondo obiettivo scientifico: il bordo ovest di Endeavour, un grande cratere di 21 Km di diametro. Opportunity rimarrà diversi anni in questa zona per esplorare questa nuova, interessante porzione del pianeta. Gli scienziati pensano che qui, Opportunity potrà esaminare rocce più antiche di quelle incontrate negli anni precedenti, lungo il suo tragitto sul pianeta rosso.
Nei giorni precedenti a questa foto, Opportunity ha attraversato il grande cratere Endevour prima di fermarsi e scattare questa cartolina in cui si osserva il grande cratere appena percorso. Prima di attraversare Endeavour, Opportunity ha affrontato un viaggio di circa tre anni dal suo primo obiettivo, il cratere Vittoria, dove il rover era rimasto diversi anni, ottenendo interessanti risultati.
Opportunity è uno dei due rover inviati dalla NASA per esplorare simultaneamente la superficie del pianeta. Opportunity esplora Marte da gennaio 2004 mentre il suo gemello Spirit, arrivato appena qualche settimana prima di lui, ha smesso di trasmettere nel 2010.
Oggi, Opportunity continua fieramente il suo lavoro, dopo aver percorso sul pianeta Marte una distanza 50 volte maggiore di quella prevista dai suoi progettisti e dovendo guidare a marcia indietro a causa di qualche piccolo, sormontabile problema tecnico.
La rubrica “Immagini dal Sistema Solare” è a cura della Southern Europe Regional Planetary Imaging Facility (SRPIF), la Fototeca NASA ospitata presso gli Istituti INAF IASF e IFSI di Roma, con la collaborazione dello Space Photography Laboratory (SPL), la Fototeca dell’Università dell’Arizona.